Leggere le immagini dell’Apocalisse – I parte – I conferenza

Inizio la pubblicazione delle 16 conferenze sull’Apocalisse di Giovanni, raccolte nel volume 104a dell’Opera Omnia di Rudolf Steiner, che non sono ancora state tradotte in italiano (a quanto ad oggi mi consta) .
Esse sono la collezione degli appunti presi dai partecipanti. Nondimeno contengono utilissime chiavi di decifrazione e di lettura di un testo sacro di grandissima utilità.
La traduzione è stata fatta da me (quindi non professionale) dal testo inglese disponibile qui: https://wn.rsarchive.org/Lectures/GA/GA0104a
Buona lettura!

PRIMA CONFERENZA

Monaco, 22 aprile 1907

L’Apocalisse di Giovanni cerca di dirci cosa accadrà nello svolgersi dei tempi. Essa è scritta sotto forma di immagini che rappresentano la comparsa dello spirito eterno del mondo. Giovanni deve trascrivere gli elevatissimi misteri a cui assiste.

Occupiamoci anzitutto delle sette comunità, rappresentate simbolicamente da sette candelabri e sette stelle. Le stelle sono gli spiriti delle comunità che vegliano su di esse.

Nella seconda visione Giovanni vede i quattro esseri viventi: il leone, il toro, l’aquila e l’Uomo, che stanno attorno a un trono su cui siede lo spirito di Dio. Attorno al trono siedono ventiquattro vegliardi. «E vidi, nella mano destra di Colui che sedeva sul trono, un libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.» (Ap. 5, 1). Un agnello apre il libro. Con l’apertura dei primi quattro sigilli dal libro esce ciò che è rappresentato simbolicamente dai quattro cavalieri; all’apertura del quinto escono i martiri. Questi sono coloro i quali si sono elevati fino alla conoscenza e alla vita nello spirito. L’apertura del sesto sigillo è seguita da un terribile terremoto. Con l’apertura del settimo sigillo la rivelazione diventa un’esperienza sonora: il suono delle sette trombe. Vengono poi rivelate immagini misteriose; ad esempio un essere le cui gambe sono come due colonne, di cui una poggia sul mare e l’altra sulla terra. «E vidi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube; l’arcobaleno era sul suo capo e il suo volto era come il sole e le sue gambe come colonne di fuoco. Nella mano teneva un piccolo libro aperto.» (Ap. 10, 1-2). Giovanni deve mangiare il segreto di questo libro. Quindi appare una donna vestita di sole, con la luna ai suoi piedi.

Più avanti leggiamo: «E vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo.» (Ap. 13, 1). la visione è accompagnata dal suono delle trombe. Ci viene mostrata attraverso un’immagine la vittoria del bene sul male. Ci viene mostrata una bestia che, in un certo senso, si suppone rappresenti il principio del male. Si tratta della bestia con sette teste e dieci corna.

Poi, apparve una bestia con due corna come di agnello: «E vidi salire dalla terra un’altra bestia che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, ma parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia … Essa fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un numero di uomo, e il suo numero è seicentosessantasei.» (Ap. 13, 11; 16-18).

In seguito viene riportato come siano stati eliminati i nemici: Michele vince il drago e le schiere dei malvagi, dopodiché sorge un mondo nuovo. Nei primi secoli del cristianesimo ciò veniva profetizzato e sempre inteso come un riferimento al futuro. Certo, all’inizio gli esegeti sapevano poco più di questo; ma sempre più frequentemente, anche nel Medioevo, ci fu chi si fece avanti per darne una spiegazione. L’anno 1000 d.C. fu spesso ritenuto l’epoca della comparsa della bestia. Più passava il tempo, più l’interpretazione perdeva di significato, specialmente nel XIX secolo, quando i commentatori antichi furono vista alla stregua di bambini che credono ancora nelle profezie. L’Apocalisse fu considerata come un documento storico, come se tutto quello che in essa vi era descritto avesse già avuto luogo quando Giovanni la scrisse. Ci furono guerre dopo la comparsa del cristianesimo. Giovanni potrebbe avere alluso a quelle con il cavallo rosso. Il cavallo bianco starebbe quindi a simboleggiare i martiri. In Asia Minore si registrarono pure dei terremoti, così come descritto da Giovanni con l’apertura del sesto sigillo. E non è nemmeno difficile provare l’esistenza della piaga delle locuste. Ma il passaggio riguardante la bestia a due corna rappresentava una vera e propria croce per i commentatori. Sapevano dell’esistenza di un modo di interpretare i numeri, ma tutto ciò sapeva troppo di occultismo. Come si sarebbero dovuti interpretare i numeri? Ogni lettera ha anche un valore numerico, gli esoteristi scrivono con i numeri quando vogliono nascondere qualcosa. Si deve sostituire ciascun numero con la giusta lettera; si deve essere in grado di leggere le lettere e anche comprendere cosa significhi la parola risultante. Chi è dunque la bestia il cui numero corrispondente è il 666? I commentatori pensarono che riguardasse qualcosa del passato. Ci fu chi – sbagliando – trascrisse le lettere ebraiche corrispondenti ai numeri ottenendo come risultato “Nero” [Nerone in latino, NdT]. Le corna furono quindi messe in relazione con i generali o coi nemici dei Romani, ad esempio i Parti. Se invece si fossero scritte correttamente le lettere ebraiche (da destra a sinistra) e di conseguenza lette correttamente (di nuovo da destra a sinistra) allora si sarebbe ottenuto questo: 60, Samech; 6 Waw; 600 che dagli esoteristi viene scritto come 200 + 400, per cui 200 Resch; 400 Taw. Dunque abbiamo 666, che secondo l’alfabeto ebraico si pronuncia “Sorat”. Sorat è anche la parola corrispondente in greco. Fin dall’antichità esso ha significato “Demone del Sole”. Ciascuna stella ha il proprio spirito buono – la sua intelligenza – così come il corrispondente malvagio – il suo demone. L’avversario delle potenze buone del sole si chiama Sorat. Cristo è sempre stato il rappresentante del Sole, ossia l’intelligenza del Sole. Sorat è di conseguenza l’avversario di Gesù Cristo. Il simbolo di Sorat è così fatto:

Fig. 1 – Simbolo di Sorat: in alto “due corna come di agnello”, in basso un dardo o pungiglione

Il simbolo dell’intelligenza solare è il seguente:

Fig. 2 – Il simbolo dell’Intelligenza solare

Quest’ultimo è allo stesso tempo il simbolo occulto dell’agnello. L’agnello riceve il libro con i sette sigilli. «Poi vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, unAgnello, in piedi, come immolato; aveva sette corna e sette occhi, i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra.» (Ap. 5, 6). I sette angoli del simbolo sono chiamati “corni”. Ma cosa significano gli “occhi”?

Nelle scuole occulte di fianco agli occhi venivano disegnati i simboli dei sette pianeti. I sette occhi non significano nient’altro che i sette pianeti, mentre i nomi dei sette pianeti stanno a indicare gli spiriti planetari incarnati in essi come loro intelligenze. “Saturno” è il nome dell’anima di Saturno. Il nome dei pianeti deriva dagli spiriti dei sette pianeti che ruotano attorno alla terra. Essi influenzano la vita dell’uomo. L’agnello, il Cristo, li contiene tutti e sette. Cristo è l’alfa e l’omega; i sette pianeti stanni in relazione con Lui come lo sono le membra con l’intero corpo. L’intrecciarsi delle linee del simbolo ritrae in modo meraviglioso l’interazione tra i sette pianeti. Da Saturno si sale al Sole, da lì fino alla Luna, poi su Marte, Mercurio, e così via. La stessa cosa viene espressa dai nomi dei sette giorni della settimana: Sabato [Saturday in inglese, NdT]; Saturno; Domenica [Sunday] ; Sole [Sun]; Lunedì la Luna; Martedì, Marte; Mercoledì, Mercurio; Giovedì, Giove; Venerdì; Venere. Cristo è il reggente di tutte queste sfere cosmiche; la loro azione non altro che parte del suo essere ed egli li riunisce in sé. Nelle scuole rosicruciane l’agnello è spesso usato come simbolo dell’intelligenza del Sole.

Noi misuriamo il tempo in funzione del movimento dei corpi celesti. Ma il metodo per misurare il tempo fu sempre lo stesso di oggi? Ci sono stati cambiamenti importanti. Se guardiamo un po’ al passato, troviamo l’epoca di cultura Atlantica prima del grande diluvio universale. Fu preceduta dall’epoca Lemurica. Se andiamo ancora più indietro nel passato, la Terra era unita al Sole e alla Luna in un unico corpo. A quell’epoca il tempo doveva essere misurato in maniera diversa da oggi. Il giorno e la notte erano completamente diversi. Nella Lemuria le condizioni sull’intera Terra erano le stesso che oggi si trovano al Polo Nord: giorno per metà dell’anno e notte per l’altra metà. Quando Sole, Luna e Terra erano uniti, quest’unico corpo celeste si muoveva nello spazio. Già allora questo movimento era calcolato dalla saggezza occulta, proprio come oggi si calcola il tempo sulla base del movimento celeste del sole attraverso i segni dello zodiaco. Ottocento anni prima di Cristo, il Sole si trovava nel segno dell’Ariete. Inizialmente Cristo era venerato attraverso il simbolo di una croce con un agnello sdraiato ai suoi piedi. La croce con il Cristo appeso apparve solo nel XVI secolo. Prima di ciò si venerava un Toro, quando il Sole si trovava in questo segno. Prima ancora i Gemelli, venerati in Persia. La muta di capre che trainavano il carro di Thor ha il medesimo significato. Prima ancora era venerato il granchio, il Cancro, e così via.

Prima dell’epoca Lemurica, il Sole, la Luna e la Terra, uniti in un unico corpo, si muovevano attraverso lo zodiaco e il tempo era misurato seguendo questo movimento. Per questa ragione i dodici segni dello zodiaco erano visti come un orologio celeste e raffigurati come segue.

Fig. 3 – La ruota dello Zodiaco

Un pianeta passa dalla notte cosmica, detta pralaya, al giorno cosmico, manvantara, allo stesso modo in cui noi passiamo dal giorno alla notte. Il pianeta attraversa i segni dello zodiaco sia durante il pralaya che durante il manvantara; per questa ragione i dodici segni dello zodiaco sono contati due volte, così come noi contiamo due volte le dodici ore, per un totale di ventiquattro. Ogni ora rappresenta un segno dello zodiaco. Anche il Sole unito a Luna e Terra, si mosse seguendo questo orologio celeste, passando da un giorno a una notte cosmica. Poi accadde che si separarono. Ma a quell’epoca gli esseri umani erano differenti da ora. A poco a poco entrò l’anima, e solo gradualmente l’essere umano si sviluppò da essere di gruppo a individualità specifica. Se durante l’epoca Lemurica e Atlantica si fossero prese tutte assieme le anime di gruppo degli esseri umani, allora si sarebbe avuta una percezione molto strana. L’aura degli esseri umani è in costante cambiamento; come per tutti gli esseri astrali (animali?) è in costante movimento. Le anime di gruppo si riflettevano in forme animali, ad esempio la sfinge e così via. Le antiche anime di gruppo atlantiche e lemuriche erano incostante cambiamento, ma si manifestavano costantemente in quattro differenti modi. La natura quadruplice dell’anima di gruppo umana è rappresentata dalle quattro creature dell’Apocalisse: leone, toro, aquila e Uomo. L’essere umano inferiore è rappresentato mediante questi quattro esseri viventi, mentre l’agnello simboleggia l’essere umano perfetto, cioè la quinta creatura.

Le dodici per due costellazioni celesti e i quattro esseri viventi erano un tempo i reggitori del mondo. Possenti forze cosmiche animarono i segni zodiacali e i quattro esseri viventi. I ventiquattro vegliardi dell’Apocalisse rappresentano il doppio delle dodici costellazioni nell’orologio cosmico che un tempo fungeva da riferimento. L’evoluzione umana può essere rappresentata da questo disegno:

Fig. 4 – Evoluzione umana

Il punto più basso rappresenta la coscienza diurna di veglia. Prima dell’epoca Lemurica gli esseri umani possedevano una chiaroveggenza annebbiata. A quell’epoca gli esseri umani erano molto più vicini a Dio di oggi. Successivamente hanno acquisito la coscienza di veglia. Gli esseri umani porteranno con sé quella coscienza nel corso della loro evoluzione futura, quando si riavvicineranno nuovamente a Dio e diventeranno chiaroveggenti. Ciascun punto della linea discendente ha un suo equivalente in quella ascendente. Se potessimo guardare indietro, vedremmo tutte le cose che incontreremo nel futuro, ma in una diversa maniera chiaroveggente. In futuro incontreremo ancora i dodici spiriti planetari e il Sole, la Luna e la Terra saranno nuovamente uniti: «Il sole divenne nero come un sacco di crine, la luna diventò tutta simile a sangue…» (Ap. 6, 12).

Quando l’anima fuoriuscì per la prima volta dall’utero divino trovò sulla Terra un uomo-animale. Questi esseri umani animaleschi apparivano grotteschi; essi dovevano essere trasformati, vinti. Anche in futuro ci sarà una specie di animale da vincere. Questo è ciò che la bestia con le due corna vorrebbe dirci.

Solo che spieghi l’Apocalisse entro il suo intero contesto la può comprendere appieno. L’Apocalisse è la spiegazione cosmica del mondo. L’autore era un iniziato. Egli parlava delle leggi universali che governano il mondo dall’inizio alla fine, dall’alfa all’omega.

Dovremmo lasciare che i simboli dati nell’Apocalisse lavorino su di noi. Ad esempio, il simbolo dell’intelligenza solare non dovrebbe rimanere per noi un mero simbolo; dovremmo immergerci in esso fino al punto da non sentirlo più morto, bensì attraversato dalla vita. I simboli dovrebbero essere per noi porte che collegano il mondo fisico a quello spirituale. Allora avremmo assolto il nostro compito: collegare tra loro questi due mondi.

2 commenti su “Leggere le immagini dell’Apocalisse – I parte – I conferenza”

  1. Sì, la può trovare nel volumetto edito dalla Editrice Antroposofica “Sull’incarnazione di Arimane – Due conferenze tenute a Zurigo e Berna nel 1919”, O.O. 193, 2013, 64 pagine, ISBN 978-88-7787-475-7, € 8.00

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