Trasformare il male in bene

Nel ciclo di conferenze intitolate in italiano Apocalisse,1Rudolf Steiner, Apocalisse, Editrice Antroposofica, Milano 2006, GA 104, pag. 69. possiamo leggere:

Confrontiamo dunque i tempi antichi con i nostri. Nei tempi l’uomo vedeva la grande scrittura stellare degli dèi, ma con quali mezzi furono fabbricate le opere di quei tempi, le piramidi, le sfingi! Ma come ci si nutriva! Quanto ci si è elevati fino ad oggi con tutti i mezzi della civiltà esteriore! Quale forza spirituale ci è voluta per progettare e costruire la macchina a vapore, per ideare la ferrovia, il telegrafo, il telefono! Immense forze di vita spirituale dovettero esser impiegate per escogitare e costruire questi mezzi del tutto materiali. E per che cosa vengono usati? In fondo non c’è una gran differenza per la vita spirituale, se in una civiltà primitiva un uomo macinava il grano fra due pietre, per la qual cosa naturalmente occorreva una piccolissima forza spirituale o se, come oggi avviene, si può telegrafare in America per ricevere grandi quantità di granaglie e ricavarne farina con mulini meravigliosamente escogitati! Soltanto per lo stomaco è messa in moto tutta questa organizzazione. Rendiamoci conto di quale incommensurabile quantità di forze spirituali venga immessa nella civiltà soltanto materiale. Ancora molto poco dei mezzi esteriori è messo a disposizione della cultura spirituale. Il telegrafo è per dir così molto di rado adoperato per faccende antroposofiche. Se si facesse un confronto statistico tra ciò che viene consumato per la vita materiale e quel che è a disposizione della vita spirituale, si capirebbe che lo spirito è sommerso sotto il livello umano ed è diventato schiavo della vita materiale.

In accordo con il processo di individuazione – che riguarda il singolo – la civiltà è inserita in un processo di “materializzazione”, operato da lei stessa ovvero dai singoli, che porta l’uomo a impiegare ingenti risorse spirituali solo per crearsi “condizioni materiali più comode” nel mondo.

Ma come si può notare, non c’è alcun giudizio o stigmatizzazione in ciò. Viene solo ricordato che questo tipo di progresso, che in fondo è ciò che comunemente si considera progresso, non altera di uno “iota” il mondo spirituale. Bisognerebbe infatti tenere a mente che una delle grandi rivelazioni misteriche di Steiner è che anche il mondo spirituale è in evoluzione, quanto lo è l’uomo. Nei tempi antichi ciò era appannaggio solo di chi veniva iniziato a una scuola misterica.

Ora, se fosse davvero così, perché affannarci nella ricerca spasmodica del progresso, del benessere, del miglioramento delle condizioni esteriori? Tale domanda retorica non può che portare alla “fuga” al trascendente, al ripudio anacronistico del hic et nunc in cui il nostro karma ci chiama a vivere.

La risposta in senso realmente manicheo, si trova in una frase sola:

Ancora molto poco dei mezzi esteriori è messo a disposizione della cultura spirituale.

Con ciò non ci vuole forse dire Rudolf Steiner che è possibile, anzi si deve volgere l’uso dei mezzi materiali al servizio dello spirito? Non è forse questo il compito manicheo dell’uomo nell’epoca dell’anima cosciente?

Questo implica anzitutto la non demonizzazione dei mezzi tecnologici, perché questi vanno messi al servizio dell’uomo, e non viceversa, pena la sommersione “sotto il livello umano” dello spirito e il farlo diventare “schiavo della vita materiale”. E in seconda istanza, come minimo, la presa di coscienza delle conseguenze del loro uso, che non è né buono, né malvagio a priori. Sono migliaia le occasioni di riflessione che le condizioni della vita moderna ci offrono, dal cellulare a internet, dall’automobile alla televisione.

Che il tema principale nel rapporto uomo e tecnica fosse questo, e che a Rudolf Steiner stesse molto a cuore, lo si può anche evincere da due delle sue Massime Antroposofiche,2Rudolf Steiner, Massime Antroposofiche 1924-1925, Editrice Antroposofica, Milano 2006, GA 26, p. 225 l’ultimo libro di Steiner – scritto in condizioni di salute estremamente gravi – in cui possiamo leggere:

183. Nell’era della scienza, da circa metà del XIX secolo, l’attività culturale degli uomini sta gradualmente scivolando verso il basso, non solo nelle regioni più basse della natura, ma anche al di sotto della natura. Scienza, tecnica e industria diventano sub-natura.
184. Questo rende urgente per l’uomo ritrovare la conoscenza dello spirito mediante l’esperienza cosciente, in modo che egli salga tanto al di sopra della natura quanto fa sprofondare le proprie attività tecniche nella sub-natura. Egli quindi creerà in sé stesso la forza interiore per non sprofondare.

 

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