Quest’anno per la Festività di San Michele ho deciso di pubblicare una serie di articoli dedicati a una individualità che ha una stretta relazione con tale festività, non solo perché incarnatasi il 29 settembre del 1812, ma anche per quel (poco) che Rudolf Steiner ha indicato su di essa. Si tratta di Kaspar Hauser, definito anche il Fanciullo d’Europa, che riveste un ruolo molto importante non solo per la comprensione degli eventi storici da un certo punto fino a noi, ma anche per l’avvenire dell’umanità. |
This year for Michaelmas celebration I decided to publish a series of articles about an individuality that has a close relationship with the festival, not only because he become incarnate on September 29, 1812, also for what Rudolf Steiner revealed about him. This individuality is Kaspar Hauser, also known as the Child of Europe, who plays a very important role not only for the understanding of historical events from one certain point in the past until today, but for the future development of humanity. |
La continua lotta per la verità sul Bambino d’Europa…
di Terry Boardman,
libera traduzione dell’articolo The Ongoing Struggle for the Truth about the Child of Europe…
Fino al 1993 la maggior parte delle poche persone di lingua inglese che conoscevano il nome di Kaspar Hauser molto probabilmente era perché avevano visto il film d’essai “L’enigma di Kaspar Hauser” [titolo originale: “Jeder für sich und Gott gegen alle” – Ognuno per sé e Dio contro tutti, NdT] realizzato nel 1974 dal famoso ed eccentrico regista tedesco Werner Herzog. Esso consiste in una trattazione psicologica della storia del cosiddetto “giovane selvaggio”, il quindicenne trovato a vagare per le strade di Norimberga il 26 maggio 1828, Lunedì di Pentecoste, e che è stato assassinato in circostanze misteriose nel dicembre 1833. Il film non è sceso nei dettagli storici del caso, ma piuttosto lo ha presentato come un esempio della distruzione dell’innocenza da parte di un mondo duro di cuore, crudele e che non comprende.
Nel 1993 è uscito un altro film in Germania, basato su una ricerca storica iniziata nel 1970, che comprende le ricerche dell’antroposofo Johannes Mayer, che nel 1988 aveva pubblicato il suo fondamentale lavoro Lord Stanhope – Gegenspieler Kaspar Hauser (Lord Stanhope – Avversario di Kaspar Hauser, Urachhaus 1988, non tradotto). Questo secondo film è “Kaspar Hauser – crimine contro un’anima umana”, per la regia di Peter Sehr. Ha vinto cinque premi importanti in Germania, tra cui un Gold Awards per il miglior film (1994), Miglior Regia e Miglior Regista, ma purtroppo non è stato distribuito ampiamente nel mondo di lingua inglese; a tutt’oggi il DVD non ha sottotitoli in inglese1. Il drammatico e commovente film, che comprende una brillante performance dell’attore inglese Jeremy Clyde nel ruolo dell’agente segreto inglese Lord Stanhope, ritrae categoricamente le case reali di Baden e Baviera (rispettivamente gli Hochberg e i Wittelsbach) come le responsabili dei 12 anni di lunga detenzione e dell’omicidio finale di Kaspar Hauser, che è stato chiaramente dimostrato essere il legittimo Principe Ereditario di Baden. Stanhope è stato ritratto come l’assai scaltro e falso agente quale era, al servizio della Casa di Baden (per la Granduchessa Sophie), che ha cercato di distruggere Kaspar psicologicamente. La ricerca storica ha dimostrato che il movente apparente del Conte Stanhope furono i soldi. L’allontanamento dal padre scialaquatore, che aveva praticamente rovinato la tenuta di famiglia, significava che non poteva contare su alcuna sicurezza finanziaria. Si sa che, nel suo ruolo di agente segreto nella vicenda di Kaspar Hauser, è stato finanziato da un amante della Granduchessa, il banchiere Moritz von Haber di Karlsruhe, la capitale del Baden. Alla fine, mano a mano che il 21-enne Kaspar ricordava e scriveva delle sue origini, il pericolo crescente della manifestazione della verità minacciò pericolosamente la sicurezza della Casa di Baden, e il metodo di Stanhope della soppressione psicologica attraverso il suo strumento, l’insegnante di Ansbach Johann Meyer, fu messo da parte; Kaspar fu accoltellato a morte il 14 dicembre e morì tre giorni dopo.
Il successo del film di Sehr in Germania e i premi del 1994 non sono elementi isolati. Fin dall’omicidio di Kaspar Hauser nel 1833 e della campagna di denigrazione della sua memoria fomentata da Stanhope tra il 1833 e il 1837, ci sono stati migliaia di libri, articoli e studi relativi al caso. Per tutto questo tempo la Casa di Baden è rimasta in silenzio, e continua a farlo. Soltanto due anni prima che, tuttavia, apparisse una specie di risposta a quanto sostenuto nel film di Peter Sehr e all’interesse per Kaspar Hauser nuovamente riacceso in Germania. In un articolo intitolato “Il più bel thriller poliziesco di tutti i tempi”, apparso nel nr. 48 del 25 novembre 1996 Der Spiegel (circolazione 1 milione a settimana – il settimanale europeo più venduto), e in una conferenza stampa di due giorni prima Ansbach, la città dove è stato assassinato Kaspar, si è dichiarato che la ricerche sul DNA che la rivista tedesca aveva commissionato avevano finalmente risolto il mistero che ha tenuto in sospeso i tedeschi per oltre 150 anni. La scienza genetica moderna, si diceva, aveva dimostrato una volta per tutte che Kaspar Hauser non era il legittimo principe di Baden, come molti avevano sospettato, e che era estraneo alla Casa Reale di Baden; la storia delle sue origini reali era di fatto falsa, e i tedeschi avrebbero dovuto smettere di credere in essa. “L’enigma è risolto, il thriller storico che ha dato origine a tante fantasie si è dimostrato essere soltanto una favola del romanticismo tedesco… Ora il mito è stato demitizzato – il toccante, strappalacrime e tipicamente tedesco mistero su di un signor nessuno che avrebbe potuto appartenere alla classe dirigente”2.
La ricerca fu presentata come un solido lavoro scientifico, verificato a livello internazionale e basato sulle ultimissime tecniche d’indagine genetica:
Una opportuna traccia di sangue presa delle mutande è stata divisa e analizzato in maniera indipendente dall’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Monaco di Baviera (condotta da Wolfgang Eisenmenger) e dal Laboratorio di Scienza Forense di Birmingham (condotta da John Bark). Il DNA mitocondriale è stato sequenziato dalla macchia di sangue e da campioni di sangue provenienti da due parenti materni viventi di Stephanie de Beauharnais (presunta madre di Kaspar). La sequenza proveniente [dal sangue] dei vestiti insanguinati differiva in sette posizioni assodate dalla sequenza trovata in entrambi i campioni di sangue di riferimento. Ciò dimostra che la macchia di sangue non proviene da un figlio di Stephanie de Beauharnais. Così, sta diventando chiaro che Kaspar Hauser non era il principe di Baden3.
La notizia è stata subito ripresa dai media e dagli organismi scientifici e professionali e si è diffusa su Internet. L’anno seguente la principessa Diana morì, e anche nel suo caso, i media furono presto desiderosi di convincere la popolazione a non investire alcun interesse emotivo o intellettuale in vuote “teorie del complotto” da due soldi. L’analisi scientifica del sangue del conducente della sua auto, Henri Paul, aveva mostrato “definitivamente” che era sotto l’effetto di “un cocktail di alcol e droghe” al momento della “sfortunato incidente”. Caso chiuso; la maggior parte dei media è passata oltre. Ma otto anni dopo siamo ancora in attesa dell rapporto ufficiale britannico sull’“incidente”, che si sta rivelando un po’ più difficile da gestire di quanto le autorità credevano. La gente ha cominciato a fare domande del tipo: “Il sangue che è stato analizzato era davvero di Henri Paul?”. Allo stesso modo, in Germania ci sono stati quelli che si sono chiesti: “da dove provengono le mutande” che hanno fornito le tracce di sangue analizzate nello studio dello Spiegel? E perché sono state date così poche informazioni sull’inizio e sul finanziamento dello studio?
Il 1998 ha visto una serie di eventi legati alla lotta riguardo la vicenda di Kaspar Hauser. Uno dei principali ricercatori antroposofi di Kaspar Hauser, Peter Tradowsky, ha pubblicato nel 1998 il breve saggio “Deve essere ancora maltrattato e calpestato dop tutto questo tempo? – Kaspar Hauser nella lotta spirituale giorni nostri” (anch’esso non tradotto), in cui ha sostenuto che decenni del più solido lavoro storico di Hermann Pies e di altri, avevano dimostrato oltre ogni dubbio che Kaspar Hauser era in realtà il figlio della Granduchessa Stephanie de Beauharnais di Baden, figlia adottiva di Napoleone Bonaparte; un dubbio test del DNA non ha influenzato tutto ciò. Egli ha anche criticato quegli antroposofi come Michael Klussmann, che si sono fatti convincere da tali risultati, che potrebbero ovviamente essere messi in discussione. Klussmann stesso espresse i suoi dubbi in un articolo della rivista antroposofica Das Goetheanum (Nr. 38-39, 1996) dal titolo “L’enigma della nascita, mistero e mistificazione di Kaspar Hauser”.
Oltre al libro di Tradowsky, il 1998 ha visto la pubblicazione da parte della immensa Springer Corporation del resoconto dello studio in “The International Journal of Legal Medicine”. Una risposta da parte del Dr. Rudolf Biedermann di Offenbach, ricercatore su Kaspar Hauser, è arrivata per mezzo della sua pubblicazione lo stesso anno della critica dettagliata della prova dello Spiegel del 19964. Il dottor Biedermann ha sfidato l’editore dello Spiegel, Stefan Aust, e il capo ricercatore del 1996, Dr. Eisenmenger, a un dibattito sulle credenziali scientifiche del test, ma essi si sono rifiutati. Nel 1998 ha avuto luogo una grande rassegna biennale su Kaspar Hauser, ad Ansbach. Poi, nell’agosto del 2002, attraverso un documentario sul canale televisivo franco-tedesco ARTE, arriva la notizia di un secondo test del DNA eseguito dal Prof. Dr. Bernd Brinkmann dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Münster. Sono stati analizzati più volte sei campioni di capelli e di cellule del corpo di Kaspar Hauser, e si è giunti a un risultato molto diverso. Il codice genetico è risultato essere lo stesso in tutti i sei campioni. È stata trovata una corrispondenza al 95% (la medesima tranne che per un unico marcatore, posizione 16220 del DNA mitocondriale) con il DNA di Astrid von Medinger, una discendente di Stephanie de Beauharnais. La conclusione del Dr. Brinkmann è stata che: “Sarebbe assolutamente non scientifico e falso, al momento, non riconoscere Kaspar Hauser come possibile principe ereditario del Baden”.
Der Spiegel ha colpito di nuovo nel nr. 52 del 21.12.2002, con un breve articolo “Una scoperta scabrosa” (“A Hairy Find” in inglese, gioco di parole tra i significati di hairy, che vuol dire tanto villoso – in riferimento ai capelli usati – che scabroso, NdT) sostenendo che la ricerca di Brinckmann era “una farsa”, mentre lo studio del 1996 era stato “un’indagine fondamentale” per l’enigma di Kaspar Hauser. Il Dr. Eisenmenger, che ha condotto lo studio del 1996, ha sostenuto: “I risultati (di Brinckmann) sono contraddittori e inutili”. Al di là di queste superficiali schermaglie, Der Spiegel non ha finora pubblicato alcuna ulteriore parola sulla questione. Purtroppo, sia il Dr. Brinckmann che la società cinematografica Caligari Film GmbH, che ha prodotto il documentario del 2002 hanno rifiutato di pubblicare una relazione sul test 2002, “per ragioni legali”. Di conseguenza, in assenza di contro-prove formali, la prova del 1996 dello Spiegel continua ad avere peso. Su Internet si trovano assai pochi riferimenti allo studio del 2002 in inglese, per esempio, rispetto a quelli dello studio del 1996. Nel frattempo, la Casa di Baden, come ha fatto per oltre un secolo, continua a rimanere assolutamente in silenzio. Tuttavia, come ha argutamente notato André Eisermann, che ha interpretato la parte di Kaspar Hauser nel film del 1993 di Peter Sehr, riguardo il test 1996: “Sembrerebbe che le mutande esaminate (di untersuchte Unterhose) non siano collegate alla Casa di Baden”.
Weichhold, Bark, Korte, Eisenmenger e Sullivan in “Analisi del DNA nel caso di Kaspar Hauser” (International Journal of Legal Medicine, 1998, Volume 111, Numero 6, pp. 287-291) affermano nell’abstract che hanno analizzato i vestiti che “più probabilmente” (höchstwahrscheinlich) Kaspar Hauser ha indossato il giorno in cui è stato pugnalato. La loro introduzione parla di una “macchia di sangue che si sospetta” (vermutlichen Blutfleck) essere di Kaspar Hauser. Ci sono anche seri motivi per dubitare della autenticità delle mutande, così come delle condizioni in cui sono stati condotti i test. Der Spiegel ha anche rifiutato di fare affermazioni su chi ha finanziato i test5.
Il periodo 2001-02 ha visto altri due ulteriori sviluppi, oltre il secondo test del DNA e il documentario ARTE. Questi sono apparsi sotto forma di un cavallo e di una stanza segreta, ambedue presenti nel documentario. Nel 1924 era stata scoperta una piccola cella nel castello di Pilsach, vicino a Norimberga; la cella corrisponde in dettaglio alla descrizione di Kaspar del luogo dove era stato incarcerato nel periodo 1816-1828. Gli unici giocattoli di Kaspar, durante quei lunghi anni in cella, sono stati un paio di cavalli di legno, che continuamente addobbava e privava di nastri blu e rossi, e un cagnolino di legno. Nel 1982 i nuovi proprietari hanno trovato un cavallo di legno in quella stanza a Pilsach. Nel dicembre 2001 è stata scoperta una stanza segreta sotto il pavimento di un edificio nel Castello Beuggen, vicino a Rheinfelden, nel sud-ovest della Germania, non lontano da Basilea. Questo è il castello dove fu tenuto Kaspar Hauser bambino, tra il 1815 e il 1816, quando era di proprietà della Casa di Baden. Su una parete di questa stanza è stata trovata un primitivo disegno rosso di un cavallo, che è stato successivamente datato al XIX secolo. Quando Kaspar è stato rilasciato a Norimberga, aveva con sé due lettere che lo riguardavano, una delle quali è datata “Ottobre 1812” che voleva fa intendere essere stata scritta dalla sua giovane madre. Conteneva le parole: “Quando [Kaspar] avrà diciassette anni, portatelo a Norimberga, al Sesto Reggimento di Cavalleria: suo padre vi apparteneva. Vi prego di tenerlo [con voi] fino a quando avrà diciassette anni”. In questo modo i suoi rapitori speravano presumibilmente che Kaspar sarebbe scomparso nel mondo e che, forse, si sarebbe fatto ammazzare in battaglia, ma il destino si muove in modo misterioso, e gli strumenti utilizzati dai servi delle tenebre spesso finiscono per testimoniare contro di loro e rivelano significati più profondi. In cella a Kaspar, che riusciva a malapena a comunicare, era stato insegnato a scrivere il suo nome e a ripetere le parole: “Voglio essere un cavaliere, come mio padre”. L’altra parola continuava a ripetere era “Ross”, cavallo nel dialetto locale. Anche dopo, per molto tempo “Ross” è stata la sua parola preferita, e di fatto è stata per molto il centro del suo senso di moralità. I suoi colori preferiti erano rosso e bianco: ai cavalli bianchi associava tutte le cose belle e vivaci; ai cavalli neri tutte le cose spaventose. Imparò infine a cavalcare in pochi giorni, con sorprendente rapidità, e il suo protettore, il giudice Anselm von Feuerbach, notò la sua notevole agilità come cavallerizzo. Tutto ciò non è privo di interesse, tenuto conto della tradizionale associazione di cavallo con intelligenza e nobiltà d’animo. Anche la stessa intelligenza di Kaspar e il suo senso di individualità crebbero con notevole rapidità, nei cinque anni della sua vita libera6.
Nell’agosto 2002 ho visitato il castello e la stanza a Beuggen, e ho visto i disegni subito dopo che erano stati mostrati nel docimentario di ARTE TV. Ho notato che l’edificio che comprendeva la stanza segreta è stato costruito nel 1666; la data si trova sopra la porta principale. Ho appreso che nel periodo in cui Kaspar Hauser fu tenuto qui, la maggior parte della gente del posto si teneva a distanza dal castello, a causa delle vicine fosse comuni in cui sono stati sepolti circa 3300 soldati, che sono morti durante la precedente guerra Napoleonica; i soldati erano per lo più morti di tifo, e il castello era stato usato come ospedale. In vari punti del castello si possono osservare il simbolo con teschio e ossa incrociate (Totenkopf) che spesso viene associato con i Cavalieri Templari; il castello appartenne all’Ordine Teutonico fin dal XIII secolo. “Tutto ciò che non era stato inchiodato è stato rimosso (dopo la guerra nel 1815). Tutte le camere erano coperte di sangue, rifiuti, pus e paglia sporca. L’odore di putrefazione riempì tutta la casa. E in questa condizione rimase per cinque anni”7. Questo era il luogo in Kaspar Hauser bambino rimase per quasi due anni, assieme alla sua bambinaia, Madame Dalbonne, fino a quando non è stato condotto al Castello di Pilsach, fuori Norimberga e messo in cella di isolamento per altri 12 anni.
Nel 2004 ho partecipato al IV Festival di Kaspar Hauser, ad Ansbach. Per due settimane ci sono state conferenze, poesie, balli, commedie, film e mostre, tutte dedicate a Kaspar Hauser. Richiama persone di ogni età e differenti provenienze. Uno degli eventi più emozionanti è stata una rappresentazione da parte di insegnanti e bambini di una scuola superiore nella vicina città di Fürth. Per un anno intero, gli insegnanti hanno lavorato sulla biografia di Kaspar Hauser, da tutti i punti di vista. Insieme agli studenti, hanno prodotto un musical che è stato rappresentato nel locale teatro lirico, e ne hanno ricavato un DVD! Dalle testimonianze dirette dei docenti e dei ragazzi, e dal DVD stesso, parte del quale è stata mostrata durante l’evento, si può vedere come tutti i giovani sono stati coinvolti in questa produzione, dal più giovane al più vecchio. Tutti gli eventi che circondano Kaspar Hauser, dall’uscita del film di Peter Sehr nel 1993, e non ultimo l’articolo sulle prove del DNA dello Spiegel, così come il festival stesso, dimostrano chiaramente che non solo questa vicenda di 176 anni fa continua ad essere di interesse continuativo per il popolo tedesco, ma anche che è stato al centro di un’intensa lotta spirituale tuttora in corso – una lotta per la verità.
L’insegnante e salvatore di Kaspar Hauser, Georg Friedrich Daumer, l’uomo che lo conosceva meglio, l’uomo che Rudolf Steiner ha descritto come “l’ultimo Rosacroce”8 e come un uomo “che non può essere stimato abbastanza”9, ha creduto intimamente nell’integrità di Kaspar Hauser e scrisse sul significato di Kaspar per il popolo tedesco: “La fede nella storia è propria del popolo tedesco; è naturale. La nazione non ha bisogno di vergognarsi di sé stessa; si tratta del suo steso senso e il sentimento per la verità e la giustizia, e non consentirà di venire strappata da ciò”10. Daumer ha anche scritto che “…se il popolo si convertisse alla critica priva di cuore e di spirito fa di questa storia una favola, e procede con tanta durezza, menzogna, falsità e trucchi, esso non sarebbero più veramente tedesco e noi, da parte nostra, non ci sentiremmo molto fieri di essere tedeschi”11. Peter Tradowsky sottolinea che il vero significato delle osservazioni di Daumer può essere compreso solo alla luce della sua concezione della fede:
«Ciò che io intendo per fede… è il fatto che scaturisce dallo straordinario, anche se in contraddizione con ciò che viene generalmente accettato; la adesione ai fatti che si presentano in questo modo che può essere negata solo con la violenza; il rapporto profondo e interiore, in cui stanno le cose tra di loro; il riconoscimento di cose che non sono immediatamente evidenti, non deve essere inteso materialisticamente e meccanicamente, ancorché vere e reali allo stesso tempo, ma che la concezione materialistica comune sente così avverse al punto di cercare di sbarazzarsene a tutti i costi e con ogni mezzo concepibile. Su questa fede si fondano non solo tutte le religioni, ma anche tutta la cultura nel pieno senso umano del termine; essa non obbedisce solo a dei precetti e ad una autorità e regola esteriore, essa è anche una esigenza della ragione e della scienza, di una autentica ricerca disinteressata di verità; e se questo non accade, il percorso che l’umanità intraprende di conseguenza – nonostante tutti i vantaggi esteriori della tecnologia, dell’industria e delle attività legate al materialismo e alla razionalismo – porterà alla barbarie e alla distruzione di tutto l’essere umano, alla perdita della dignità spirituale dell’uomo, all’annientamento di tutti i sentimenti nobili ed elevati che agitano il cuore dell’uomo e di tutte le visioni profonde dello spirito umano, all’insopportabile impoverimento dell’anima e della vita e, di conseguenza, ad un generale decadimento e dissoluzione, se non esteriormente almeno interiormente»12.
Come dice Tradowsky, “Nella fede che il popolo tedesco riponeva in Kaspar Hauser e nel suo destino Daumer vide ciò avrebbe offerto la possibilità di mantenere il proprio legame con lo spirituale. Daumer vide chiaramente che senza questa fede, sarebbe venuta a mancare la terra sotto i piedi e sarebbe sprofondato nell’abisso”. Esattamente 100 anni dopo l’assassinio di Kaspar Hauser, la nazione tedesca è sprofondata nell’abisso. Ma le parole di Daumer sopra citate su fede e verità di certo non si applicano solo ai tedeschi. Il caso di Kaspar è stato ripreso con entusiasmo in tutta Europa dopo la sua apparizione; ben presto divenne noto come “il figlio d’Europa” e la lotta in corso in Germania per la verità su di lui non è solo una lotta tra i tedeschi per il loro spirito superiore, è una lotta per lo spirito stesso qui, in Europa. Lord Stanhope e il Foreign Office, lo zar Alessandro I, il principe Metternich, cancelliere austriaco, e i Gesuiti di Roma, soldati, banchieri, sacerdoti, poliziotti, giornalisti e scienziati, nord, sud, est e ovest – tutti all’epoca sono stati coinvolti nella vicenda di Kaspar Hauser, così come le persone e le case regnanti della Germania.
A gli stessi furono coinvolti anche nella catastrofe che li inghiottì 100 anni più tardi, come risultato del fallimento collettivo dell’Europa di consentire al popolo [tedesco, NdT] e alla relativa civiltà di trovare il proprio posto in seno alla famiglia Europea. Invece, hanno proiettato la propria tenebra, tanto il risultato del loro rifiuto dello spirito, su di un solo popolo, proprio come i nazisti hanno fatto con gli ebrei. Se qualcuno in Gran Bretagna dubitasse di ciò, gli basta solo andare in qualsiasi libreria principale del paese e cercare la sezione sulla storia tedesca. Nella maggior parte dei casi si trova che su di un periodo storica di almeno 2000 anni, sugli scaffali ci sono solo libri relativi a circa dodici di quegli anni, 1933-1945.
La partecipazione di un [medico, NdT] britannico e di un laboratorio universitario britannico all’analisi 1996, e il riferimento a James Bond sulla copertina di Der Spiegel, sono indicatori tanto del continuo coinvolgimento del Paese nella vicenda di Kaspar Hauser, quanto della continua ed enigmatica relazione anglo-tedesca. Nel 1848, se fosse vissuto come legittimo Granduca di Baden, Kaspar avrebbe avuto 36 anni. Fu il Baden a portare alle rivoluzioni contro il vecchio ordinamento della Germania nel 1848. La mancanza della eventuale influenza di Kaspar in quel momento decisivo può essere stata epocale. Dopo il crollo delle forze democratiche nel 1848-49, la Germania voltò le spalle all’idealismo di cui si era nutrita fin dai tempi di Goethe, e ha scelto di seguire la strada materialista inglese della grandezza nazionale attraverso il potere economico, tecnologico e militare: sangue e ferro; quattordici anni dopo, in Prussia, Bismarck ha preso il timone. Nel 1948, un secolo dopo il fallimento della rivoluzione liberale tedesca del 1848, i vittoriosi alleati anglo-americani costrinsero i tedeschi sconfitti a scrivere una costituzione liberale, e nel 1992, l’anno in cui Peter Sehr stava realizzando il suo film, l’architetto britannico Norman Foster ha ricevuto l’incarico di costruire una cupola di vetro che sovrastasse il Parlamento Tedesco (Bundestag) a Berlino.
Gli “Stanhope” e i “Meyer”, e tutti quelli che vorrebbero continuare la guerra psicologica di denigrazione e distruzione della memoria di Kaspar Hauser, sono ancora con noi e ancora attivi. Essi recitano la loro parte, e non hanno ancora vinto. Perché la lotta attorno Kaspar Hauser, la lotta per Kaspar Hauser, va avanti. È una lotta per lo Spirito di Verità e per la Verità dello Spirito di ognuno di noi.
Note
1. Il film ha i sottotitoli inglesi soltanto nell’edizione in videocassetta VHS e nella versione DVD per la Regione 1 USA, acquistabile sul web
2. Notare il floppy-disc in mano a Kaspar. Sotto di esso è scritto: “I ricercatori genetici risolvono un enigma secolare”. Dietro di lui, la sua lapide a Ansbach, che recita: “Qui giace Kaspar Hauser, enigma del suo tempo, di nascita sconosciuta, morte misteriosa. 1833”. Dato il ruolo dei britannici Lord Stanhope, nella vita di Kaspar, e dell’analista John Bark della Birmingham University, nello studio del 1996, si noti anche nell’angolo il riferimento a “Il caso dell’Agente Mauss. Storia di uno 007 tedesco”
3. Dall’abstract della relazione scientifica dell’analisi del DNA
4. Per i dettagli dei commenti di Biedermann si veda Offenbacher Fehlerprotokoll zur 1996er Münchener Gen-Analyse-Farce Kaspar Hauser in http://www.rhellbart.de/Kaspar/O_fehler.rtf
5. Si veda http://www.ulrich-flechtner.de/DNA_Hose/dna_hose.html
6. Un discreto numero di poeti, scrittori e cantautori, compreso Rilke, hanno ritratto l’immagine di Kaspar e dei suoi cavalli nel loro lavoro. La più recente è stata la cantautrice americana Suzanne Vega, con la canzone “Cavallo di legno (La canzone di Caspar Hauser)”. Si veda:
http://www.mtholyoke.edu/courses/gdavis/325students/lyrik2/Inhaltsverzeichnis.html
7. http://freunde-schloss-beuggen.de/Dokumente/KurzgeschichteBeuggens.pdf
8. Si veda Karl Heyer, Kaspar Hauser und das Schicksal Mitteleuropas im 19. Jahrhundert, Perseus Verlag, Basilea, 1999, p. 23
9. Ibid. p. 21
10. Peter Tradowsky, Aufs neue nach so langer Frist Soll ich beschimpft, zertreten werden – Kaspar Hauser im Geisteskampf der Gegenwart, Verlag am Goetheanum, Dornach, 1998, p. 72
11. Peter Tradowsky, Kaspar Hauser and the Struggle for the Spirit, Temple Lodge, Forest Row, 1997, p. 76. (in italiano: Kaspar Hauser, Ed. L’Opera, 1997, fuori catalogo, p. 69)
12. Ibid. pp. 76-77 (p. 69)
13. Ibid. p. 77 (p. 69)