La Missione di Rudolf Steiner – IV parte

(continua da qui)

Considerazioni Finali

La visione che uno ha di Rudolf Steiner influenza la comprensione della propria appartenenza alla Società Antroposofica. A differenza dell’appartenenza a molte altre società, non è ha senso chiedere: che cosa ottengo dalla Società in cambio del pagamento della quota associativa? Ci sono organizzazioni in tutto il mondo in cui le persone donano denaro, non sperando di ottenere nulla in cambio, ad esempio la Croce Rossa. Sentono che è altamente improbabile che si sarà colpiti da una catastrofe che richiederà l’aiuto della Croce Rossa. Essi sostengono questa organizzazione perché sentono che vale la pena avere una tale organizzazione nella nostra civiltà. Allo stesso modo, a mio avviso, l’appartenenza alla Società Antroposofica è un’azione di sostegno a un’organizzazione che lavora per la guarigione spirituale della nostra civiltà. Per me il futuro di salute e benessere della Società Antroposofica richiede che questa visione del sua missione Micaelita mondiale si radichi nei cuori dei suoi membri e sostenitori.

Negli ultimi dieci anni di vita della Società Antroposofica, mi sono spesso imbattuto con il termine “espansione” (outreach nell’originale – ndT). Ma questo non è stato molto efficace. Perché? Perché ci deve essere un equilibrio tra l'”espansione” e quella che io chiamerei “concentrazione” (inreach nell’originale – ndT), l’educazione e l’assistenza dei membri per quanto riguarda quelle facoltà e cognizioni che devono essere coltivate ​​per servire la missione della Società, che è la missione di Rudolf Steiner. Credo che oggi sia stato raggiunto un grande passo in avanti con la nomina di due segretari generali, uno per gli affari internazionali e uno per gli affari nazionali, il cui compito sarà di appoggiarsi pesantemente sul lavoro di “concentrazione”.

E allora, qual era e qual è la missione di Rudolf Steiner? Voglio rispondere a questa domanda con un’immagine che vi chiedo figurarvi, e con una poesia che Rudolf Steiner ha scritto. Mi auguro che l’immagine vi dica più di mille parole che si possono dire. Con questa immagine cerco di riassumere i vari aspetti della missione di Rudolf Steiner. È la mia immagine. Non cercate di disegnarla. Piuttosto mantenetela fluida nell’immaginazione. Potrei descriverla particolarmente bene perché ho parlato dal palcoscenico della Scuola Waldorf di Detroit. Si tratta di un grande palcoscenico, vivacemente illuminato, delimitato posteriormente da un muro bianco su cui è dipinto un grande affresco di San Michele che doma il drago.

Immaginate che nella parte anteriore di questo palcoscenico stia Rudolf Steiner, nel suo completo nero come lo abbiamo visto in molte immagini. A circa un metro mezzo dietro di lui stanno due figure, una a destra, l’altra a sinistra. Quella di destra ci appare in sontuosi abiti rossi. Si tratta di Christian Rosenkreutz, che ha rinnovato i Misteri del mondo occidentale, in modo che i suoi discepoli possano rimanere ancorati alle normali attività del mondo.

Quello a sinistra ci appare quasi trasparente, di un colore tendente al blu. È l’Iniziato che è più intimamente legato con il Mistero del Cristo, il “Maestro Gesù”. Circa cinque metri dietro a questi due, in un’area leggermente sopraelevata, sorge San Michele e più in alto, circa cinque metri più su, dietro San Michele spicca la figura radiosa del Cristo, attorniato da un semicerchio di Esseri Angelici delle varie Gerarchie.

Dal Cristo irraggia il flusso rosa del divino amore verso la collina più piccola dove si trova San Michele, l’ambasciatore del Cristo. Questi aggiunge una brillante luce cosmica al flusso dell’amore divino. Ora, questo flusso di luce permeato dai flussi di amore divino, si diffonde in po’ più in avanti, raggiungendo i due Grandi Iniziati del mondo occidentale. Essi concentrano il flusso su Rudolf Steiner, che sta di fronte a loro.

Appena Rudolf Steiner riceve questo flusso dal mondo spirituale alle sue spalle, lo trasforma in modo da diventare una forza che riempie l’intero spazio di fronte a lui – l’Ambasciatore di San Michele – con un mosaico tridimensionale vivente in continuo movimento di cellule luminose dei colori più variegati e luminosi, uno spettacolo che ci dice, in un linguaggio segreto di luce e amore, come ogni uomo possa trovare che lui o lei è realmente, e qual è la missione di ciascuno, nell’essere attivi, sempre fedeli a se stessi. Così Rudolf Steiner, l’Ambasciatore di San Michele, che a sua volta è l’ambasciatore del Cristo, porta all’umanità, in una forma adeguata per la nostra coscienza, l’ispirazione di luce cosmica, permeata dall’amore divino. Questo è (al meglio di come posso dirlo) la missione di Rudolf Steiner, che egli ha accettato e realizzato.

Tuttavia, ci si può chiedere: Rudolf Steiner ha mai realmente dichiarato quale fosse la sua missione? Nella sua autobiografia descrive eloquentemente e con sensibilità tutte le persone che ha incontrato e ciò che essi sentivano essere la loro missione, ma nulla riguardo la sua propria missione. Naturalmente, la sua autobiografia copre solo il periodo di vita fino al 1907, e la maggior parte del suo lavoro esoterico è venuto dopo. Ma una volta, sul suo letto di sofferenza, solo un paio di settimane prima di morire, scrisse una poesia che racconta quello che sentiva essere come la sua missione. A differenza di molte altre poesie che scrisse durante la sua vita creativa (che iniziano in genere con “La luce del sole”, o “La sfera dello spirito è vera casa dell’anima”), questo ultima lirica è una dichiarazione della sua Volontà, quello che voleva realizzare contro le forze che vogliono degradare l’essere umano a livello di essere semplicemente un oggetto, un oggetto che può essere modellato secondo le specifiche, che è vincolata da regole esterne, e può essere scartato dopo l’uso. La “cosa” umana. Questo versetto comincia con le parole “Voglio…” (Ich möchte…):[themeone_one_half txtalign=”txt-left” boxed=”” padding=”false” color=”” last_column=”” anim=”” delay=”0ms”]Ich möchte jeden Menschen
Aus des Kosmos Geist entzünden
Daß er Flamme werde
Und feurig seines Wesens Wesen
Entfalte.

Die Anderen, sie möchten
Aus des Kosmos Wasser nehmen
Was die Flammen verlöscht,
Und wässrig alles Wesen
Im Innern lähmt.

O Freude, wenn die Menschenflamme
Lodert, auch da wo sie ruht.
O Bitternis, wenn das Menschending
Gebunden wird, da wo es regsam sein möchte.
[/themeone_one_half]
[themeone_one_half txtalign=”txt-left” boxed=”” padding=”true” color=”” last_column=”” anim=”” delay=”0ms”]
Voglio con lo Spirito Cosmico
Entusiasmare ogni essere umano
Che una fiamma possano diventare
E ardente si dischiuderà
L’essenza del loro essere.

Gli altri, si sforzano
Di trarre dalle acque cosmiche
Ciò che spegna l’incendio
E riversare paralisi
In tutto l’essere interiore.

O gioia, quando la fiamma dell’essere umano
È sfolgorante, anche a riposo.
O dolore amaro, quando l’essere umano
È messo in catene, quando vuole entusiasmare.
[/themeone_one_half]

Note

Libera traduzione dell’autore dell’articolo, dall’originale The Mission of Rudolf Steiner, by Dr. Ernst Katz in Rudolf Steiner Archive.

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