Leggere le immagini dell’Apocalisse – II parte – III conferenza

TERZA CONFERENZA

Kristiania, 11 maggio 1909

Abbiamo visto che lo scrittore dell’Apocalisse ha inteso le sette lettere dei primi capitoli dell’Apocalisse come messaggi per gli altrettanti rappresentanti delle sette epoche culturali post-atlantiche, cioè quel periodo che seguì la grande catastrofe acquea, detta anche Diluvio. L’epoca che seguirà le sette epoche post-atlantiche si rivela all’iniziato attraverso i sette sigilli, come sette epoche analoghe a quelle della nostra epoca post-atlantica.

Dobbiamo renderci conto che lo sviluppo dell’anima umana dovrà affrontare in futuro ancora molti e molteplici cambiamenti. Più immaginiamo di tornare allo stato di coscienza del passato antico, quando il sentimento di sé dell’essere umano era solo una fioca parvenza, più troviamo anche una fioca chiaroveggenza; più indietro andiamo e meno le persone appaiono come individui. Se andiamo molto indietro, nell’epoca atlantica, non vediamo più le persone come individui, ma piuttosto unite tra loro in anime di gruppo. Troviamo ancora anime di gruppo anche in epoca storica, negli ultimi secoli prima di Cristo. A quel tempo i popoli dell’Europa centrale si sentivano membri di un organismo, appartenenti a una tribù. Tacito ci racconta come i singoli Cherusci si sentissero non già come individui, bensì come appartenenti all’Io della tribù.1Publio Cornelio Tacito (c.ca 55 – 120 D.C.), storico romano, nel suo libro De origine et situ Germanorum, comunemente noto come “Germania”

Nei primi tempi dell’epoca atlantica troviamo che gli esseri umani di ampie e vaste regioni geografiche avevano un aspetto molto simile tra di loro. Si suddividevano in gruppi di sorprendente somiglianza. A metà dell’epoca atlantica il genere umano era ancora diviso in quattro gruppi principali. Nelle prime fasi dello sviluppo atlantideo i membri dei singoli gruppi si assomigliavano ancora in modo molto marcato: si potevano distinguere nettamente solo a livello di gruppo. Il chiaroveggente oggi può vedere molto poco di ciò che a quel tempo costituiva il corpo fisico. Era ancora completamente costituito da una materia molto morbida, un po’ come certi pesci oceanici di oggi, che si distinguono a malapena dall’acqua circostante. A quell’epoca l’aria era interamente permeata dall’elemento acqueo e pertanto era molto difficile distinguere il corpo fisico umano dall’elemento acqueo che lo circondava. Tuttavia, a quel tempo erano già presenti le forze che avrebbero poi costituito le ossa e il sistema nervoso. L’essere umano divenne un vero essere umano terrestre solo attraverso un processo di indurimento.

Se vogliamo caratterizzare i vari esseri umani, prendendo in prestito, per così dire, immagini attuali, allora possiamo considerare prima quelli che avevano sviluppato e condensato maggiormente la loro natura fisica. L’occultista si riferisce a loro come all’umanità del toro. Le persone il cui corpo eterico era più sviluppato, le persone aggressive e potenti, erano chiamate umanità del leone. Un terzo gruppo aveva un corpo astrale che dominava fortemente sugli altri arti costitutivi; questo è il gruppo degli esseri umani attuali. Poi c’era un gruppo di uomini chiamati aquile, che avevano sviluppato già un forte Io. In questo modo dominavano sugli altri. Possiamo parlare di queste quattro anime di gruppo, e un chiaroveggente le percepisce guardando indietro in quei tempi antichi.

Questi quattro gruppi umani erano caratterizzati da quell’aspetto che in loro si era maggiormente sviluppato sul piano terreno. Il popolo del toro a quel tempo aveva sviluppato maggiormente l’apparato digerente; il popolo del leone il cuore e la circolazione del sangue … [lacuna nel manoscritto]. Il chiaroveggente può vedere quattro di queste anime di gruppo. Questo è ciò che appare nel mondo astrale a seguito dell’iniziazione. Ciò che poi si presenta al chiaroveggente può essere paragonato approssimativamente a ciò che sono oggi quei quattro animali. Chi oggi osservi l’evoluzione del genere umano con lo sguardo di un occultista vede questa immagine dei quattro gruppi umani simboleggiati da questi quattro animali.

La guerra di tutti contro tutti sarà un’espressione dell’egoismo sempre più forte, evocato dall’umanità di oggi, che è e diventerà sempre più forte. Sarà la fine dell’ultima cultura post-atlantidea. Anche questa catastrofe avrà la sua missione, la sua utilità per la crescita dell’intera razza umana. Tuttavia, la grande guerra di tutti contro tutti sarà qualcosa di molto peggiore dell’attuale guerra con le armi. Sarà una guerra di anime, di anime che non si capiranno più, una guerra di classi. Questa catastrofe futura è difficile da capire per la coscienza attuale.

Gli Atlantidei erano maghi. Così come noi oggi usiamo le forze latenti del carbone, così essi usavano le forze insite nei semi delle piante. Essi impiegavano tali forze loro nella loro tecnologia e nella loro industria.

C’è una relazione misteriosa tra queste forze. Finché gli Atlantidei usarono correttamente le forze del seme, rimasero in armonia con l’operare delle forze dell’aria e dell’acqua. Tuttavia, dalla metà dell’epoca atlantica in poi, i maghi atlantidei si avvicinarono sempre più alla loro decadenza morale e nei misteri delle scuole di magia nera queste forze magiche furono abusate in modo terribile. Furono messe al servizio del più orribile egoismo. In questo modo si eccitarono sempre più le potenze dell’aria e dell’acqua, che alla fine dovettero sfociare nella poderosa catastrofe acquea atlantica. Oggi, coloro che conoscono il segreto dell’uso di queste forze, sanno bene che il loro uso nel nostro tempo significa che sono all’opera forze di magia nera. La magia non deve mai essere messa al servizio di scopi egoistici. Quindi, oggi l’impiego delle forze del seme non è più permesso, nemmeno al servizio della magia bianca. D’altra parte, ai tempi dei Lemuri si usavano le forze del seme animale. Ma ovunque si abusa delle forze di crescita degli animali, si risvegliano orribili forze di fuoco, l’elemento vulcanico.

Oggi queste cose non sono così ovvie. Oggi il sentimento per il sé, l’egoismo schiacciante degli uomini ha portato all’inaridimento, alla desolazione di quelle regioni della terra che hanno sviluppato maggiormente questo egoismo. È assolutamente vero che questa guerra di tutti contro tutti si sta preparando sulla superficie della terra, perché esiste una connessione tra l’inaridimento egoistico delle forze dell’anima e la paralisi delle forze produttive della terra. Il mito nordico del Crepuscolo degli Dei ci dice anche questo.

Dobbiamo comprendere la differenza tra l’evoluzione delle anime e l’evoluzione dei corpi. Di epoca in epoca, le anime umane si ritrovano continuamente in corpi diversi. Queste anime vedranno un giorno la lotta che regnerà tra le anime umane che nasceranno nell’ultima epoca post-atlantica. Per esse questa esperienza sarà una lezione e le aiuterà a liberarsi dall’egoismo. Allora saranno in grado di prosperare in un’era in cui beneficeranno dei frutti dell’egoismo, senza patirne gli svantaggi. E poi verrà un tempo con condizioni di chiaroveggenza, per così dire, simili a quelle presenti nell’antica Atlantide, ma con questa differenza: gli esseri umani avranno una autocoscienza libera. In queste sette culture dell’era post-atlantidea, avremo allora imparato ciò che può essere conquistato nel mondo fisico. Questa percezione di sé, o autocoscienza, può risvegliarsi soltanto in un corpo fisico; ma l’essere umano deve sottomettere nuovamente il corpo fisico. Dopo la guerra di tutti contro tutti, avremo raggiunto uno stadio di evoluzione per il quale vivremo in una natura fisico-corporea in modo tale da non esserne più schiavi.

L’impulso per questo sviluppo viene dal principio del Cristo. La venuta del Cristo cade giusto a metà tra la catastrofe atlantidea e la guerra di tutti contro tutti. Da un lato dobbiamo la nostra autocoscienza entro la natura fisica corporea alla nostra discesa nella materia. Dall’altro lato, siamo grati all’evento Cristo per la nostra capacità di elevarci con la conquista del mondo fisico. Ringraziamo il principio cristico per la nostra capacità di ascendere all’amore fraterno universale, all’amore universale umano, poiché ci riuniremo di nuovo in gruppi grazie all’amore reciproco.

Se guardiamo indietro al tempo delle originarie anime di gruppo di Atlantide, e poi nel futuro, vediamo apparire di nuovo queste quattro anime di gruppo. L’agnello starà nel mezzo come simbolo dell’amore che unirà le persone che allora vivranno in una corporeità meno densa.

Ma questa condizione deve essere preparata oggi, attraverso la costituzione di un piccolo gruppo che porterà nel futuro l’amore fraterno. Perciò, nel nostro tempo è sorta una corrente che guiderà all’amore fraterno attraverso la vera scienza dello spirituale. L’umanità non raggiungerà l’amore fraterno attraverso la predicazione, ma piuttosto attraverso la conoscenza. I predicatori che parlano costantemente di amore non ottengono nulla. Ma se alle persone viene data la saggezza, la conoscenza dell’evoluzione, in modo tale che tutto ciò diventi vita dell’anima, allora l’umanità arriverà all’amore. L’anima può arrivare a questo quando è riscaldata dalla saggezza. Allora può irradiare amore.

Per questo i maestri della saggezza e dell’armonia dei sentimenti hanno creato questa corrente per irradiare l’umanità di amore e fare affluire ad essa la saggezza. L’umanità, che procede inesorabile verso la guerra di tutti contro tutti, troverà allora il frutto del movimento teosofico nella comprensione della pace, mentre ovunque, tutto intorno, la natura umana avrà portato alla lotta coloro i quali non hanno ascoltato la chiamata del maestro di saggezza e di armonia dei sentimenti sulla base dell’impulso dato dal Cristo nella quarta epoca.

Guardiamo di nuovo alla prima epoca della nostra cultura, ai santi Rishi e al Vishva Karman da loro rivelato, che, come chiaroveggenti, vedevano per mezzo dei corpi eterici degli iniziati atlantidei che portavano in loro. Lo scrittore dell’Apocalisse diresse il suo sguardo spirituale verso di lui e vide come egli tiene in mano i sette oracoli stellari, attraverso i sette Rishi. Questi uomini, santi e semplici, volevano risvegliare i sensi spirituali dell’umanità dicendo agli esseri umani che il mondo che li circonda è solo maya o illusione. Solo lo spirito che sta dietro il mondo circostante potrebbe essere chiamato verità. I sette santi Rishi indicarono questo spirito. Gli esseri umani dovevano scendere nella vita fisica; ma per preservarli da una discesa nella materia che sarebbe stata troppo profonda, dovevano prima assorbire l’insegnamento riguardante la maya o illusione. Le anime che ora vivono nei nostri corpi hanno vissuto anche in corpi indiani, e a quel tempo hanno imparato a guardare alla materia come a un’illusione. Ma esse erano circondate dalle anime di molti esseri umani rinchiuse nelle catene della materia. Quelle anime si sono incarnate di nuovo oggi come materialisti teorici. Tra i materialisti, questi sono i meno dannosi, perché in futuro i loro pensieri materialistici saranno spazzati via, quando la terra sarà devastata e rimarrà in vita solo l’anima, l’anima in cui oggi non credono più.

Ciò che è ancora peggio è il materialismo pratico. Ma questa forma di materialismo era ancora più pericolosa nei tempi antichi perché il ricordo dei poteri magici era ancora presente; allora questo materialismo portava sempre alla pratica della magia nera. Quindi, questo materialismo significava sempre la caduta nell’abisso della magia nera. Lo scrittore dell’Apocalisse ha sempre parlato di queste persone chiamandole Nicolaiti, coloro i quali hanno smarrito il primo e glorioso amore dello spirito. Perciò, laddove doveva fare un elogio, diceva che i Nicolaiti erano odiati.

Nell’antica cultura indiana troviamo la minor presenza di magia nera. Il peggior uso improprio lo troviamo in Egitto, perché i nobili insegnamenti di Ermete entrarono nella magia nera. Balaam è un mago nero. Lo scrittore dell’Apocalisse indirizza il suo ammonimento alla comunità di Pergamo nel verso: «Ma ho da rimproverarti alcune cose: presso di te hai seguaci della dottrina di Balaam.» (Ap. 2:14) Non si intende qui la comune immoralità, piuttosto lo sviluppo dei poteri nella materia, la magia nera.

Nelle scuole occulte della prima epoca dopo Cristo, l’Apocalisse era un libro molto apprezzato. Gli antichi misteri costituivano il fondamento della saggezza primordiale, la saggezza degli Atlantidei. I misteri cristiani, invece, si sforzavano di dirigere il loro sguardo verso il futuro. Lo facevano non solo per conoscere, ma anche per stimolare le forze della volontà affinché, con questo tesoro spirituale, l’umanità potesse passare attraverso incarnazioni sempre più elevate.

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