Pensiero organico

Secondo la Scienza dello Spirito, il Pensiero Organico, o meglio Pensiero del Cuore, è la forma di pensiero futura dell’uomo. Rudolf Steiner più volte e in più opere comunica che già a partire da questa epoca l’uomo è chiamato a svilupparlo, e tale processo avrà compimento quando il cuore si evolverà in un vero e proprio organo di pensiero.

All’inizio della sua carriera, quando era impiegato all’Archivio Goethe di Weimar, Rudolf Steiner ebbe modo di apprendere la concezione goethiana del mondo tramite le opere scientifiche del grande letterato e iniziato, in particolare approfondì la Urpflanze, la pianta archetipica da cui ha origine o può essere pensata ogni pianta.
Successivamente ebbe a parlare estesamente di Pensiero del Cuore nel suo testo fondamentale La filosofia della libertà, e in molte delle sue conferenze pubbliche e esoteriche.

Anche se Steiner non dette mai indicazione precise e pratiche su come mettere in atto questa forma di pensare (dette invece molte indicazioni, gli “esercizi complementari”, su come arrivare a pensare in questo modo) , ne fece largo uso nel suo modo di scrivere e di parlare.

Grazie all’opera di altri autori, che hanno analizzato i suoi scritti alla luce delle comunicazioni da egli date, è possibile dare indicazioni esatte su cosa sia il Pensare Organico. Esso è un metodo che scompone il processo conoscitivo in un certo numero di livelli, secondo il numero di arti costitutivi per i quali è possibile concepire l’uomo, e si compone di due fasi: la prima, ascendente, dalla materia allo spirito; la seconda, discendente, dallo spirito alla materia. È stato definito organico poiché si rifà ai processi naturali che riguardano il divenire di tutto il cosmo. Si consideri ad esempio il regno vegetale:

1^ Fase
Ascendente
2^ Fase
Discendente
seme seme
pianta frutto
gemma pistillo
fiore

Nel processo conoscitivo per mezzo del pensare logico-razionale, l’uomo si trova a dover stabilire delle connessioni tra il mondo esterno, così come percepito dai sensi, e le idee, che può applicare ad esso.

Chiameremo percezione il dato che proviene dal mondo esterno e concetto l’idea esterna che associo ad essa. Ad esempio, osservando una rosa, la percezione è la roseità in-rem che vive in quella specifica rosa, il concetto è l’universale ante-rem che vive aprioristicamente fuori da quella rosa (ma valido per tutte le rose). Chiameremo poi rappresentazione l’immagine spirituale, post-rem, di quella rosa che costruisco entro di me.

Il pensare organico parte dalla base del pensiero logico-razionale, ma lo estende a ciascuno dei piani a cui corrispondono gli arti costitutivi dell’uomo.

Il Piano Fisico è quello della realtà percepita con i sensi, il mondo delle percezioni. La percezione è il dato, e in quanto tale ha carattere di verità assoluta. In esso non esiste possibilità di libertà, ma vige la più stretta necessità: le piante come il mio corpo o ogni animale, devono assumere acqua per non morire. Questo è il piano della res extensa, dove tutto possiede peso, numero e misura. La domanda che mi pongo su questo piano è: Cosa?

Il Piano Eterico è quello, impercettibile ai sensi fisici, in cui avvengono i processi, il divenire. Ad esempio è il piano in cui si svolge la vita biologica che accomuna tutti gli esseri viventi, dalle piante all’uomo. È il piano dell’incommensurabile: non posso misurare la vita, sebbene ne abbia coscienza, ma la posso osservare. La domanda che mi pongo su questo piano è: Come?

Il Piano Astrale è quello dove è possibile osservare lo svolgersi delle azioni di desiderio. Nell’uomo, come nell’animale, esso corrisponde all’anima. Ad esempio ad nuovo incontro osservo nascere immediatamente un sentimento di antipatia o simpatia per la persona che mi sta di fronte, e questo poi condiziona il mio agire. In questo piano la libertà consiste nella modificazione a posteriori del sentimento che osservo nascere in me, riguardo cio che mi viene incontro dal mondo esterno. La domanda che mi pongo su questo piano è: Perché?

Il Piano dell’Io (o del Sè), che appartiene solo all’uomo, è quello in cui l’uomo pone liberamente i motivi del suo agire, e per questo si sperimenta come un io. I motivi sono tali solo se ho sufficienti concetti per qualificarli. La domanda che mi pongo su questo piano è: Chi?

Quando progetto qualcosa, espressione della massima libertà dell’uomo, incosciamente compio questo processo. Si pensi alla progettazione costruzione di una casa, essa si può senz’altro ricondurre a questo modo di procedere. Ma questo vale anche quando applico la mia facoltà pensante alla conoscenza di qualsiasi cosa nell’universo, compresi i miei pensieri.

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