Solstizio ed estate

Undicesima settimana (16 – 23 Giugno) – Estate1Da Il Calendario dell’anima di Rudolf Steiner

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Es ist in dieser Sonnenstunde
An dir, die weise Kunde zu erkennen:
An Weltenschönheit hingegeben,
In dir dich fühlend zu durchleben:
Verlieren kann das Menschen – Ich
Und finden sich im Welten – Ich.
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In quest’ora solare è compito tuo
Il riconoscere la saggia novella.
Dedito alla cosmica bellezza
Rivivere in te stesso, con intimo sentimento
L’io umano può smarrirsi
E ritrovarsi nel cosmico Io.
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In una conferenza del 1915,2Rudolf Steiner, Il corso dell’anno come simbolo, Dornach 31 dicembre 1915, disponibile su www.liberaconoscenza.it Rudolf Steiner afferma che:

La terra con la sua coscienza pensa tutto lo spazio celeste che anzitutto appartiene alla terra. Come noi con i nostri occhi guardiamo gli alberi, le pietre, così la terra con la sua coscienza guarda gli spazi celesti e pensa tutto ciò che avviene nelle stelle. La terra è un essere che pensa sui processi stellari.

Dunque nella coscienza minerale è contenuto in sostanza, come pensiero, il mistero di tutto il cosmo. Mentre noi uomini ci aggiriamo sulla faccia della terra così superficialmente, pensando soltanto ai sassi nei quali urtiamo, e ad altre cose che cadono sotto i nostri sensi, la terra pensa al Cosmo con quella coscienza che noi attraversiamo quando percorriamo lo spazio.

Durante l’estate la coscienza delle piante si ritira, proprio in corrispondenza del massimo rigoglio fisico, mentre d’inverno essa si trova nel proprio stato di veglia, e così facendo si unisce alla coscienza della terra – che invece d’inverno si trova nel proprio stato dormiente – ampliando per così dire i propri orizzonti al cosmo intero.

Il risultato di questa unione della coscienza del mondo vegetale con la coscienza cosmica della Terra è quello che si manifesta ai nostri occhi in primavera, con la fioritura, e che culmina in estate con i frutti. Dice infatti ancora Steiner:

nel modo come le piante portano fiori e frutti e foglie, giace tutto il mistero del Cosmo.3ibid.

Quello che possiamo quindi ammirare in un meraviglioso panorama montano, o in una verdeggiante pianura, è l’azione dello spirito cosmico, che durante l’inverno ha “informato” l’anima del mondo vegetale, affinché restituisse questa infinita saggezza tra l’equinozio di primavera e il solstizio d’estate.

Sull’uomo, invece, lo spirito cosmico agisce sulla sensibilità, inducendo una sorta di dormiveglia intellettuale che ritempra le forze fisiche. È infatti la stagione in cui maggiormente si ricerca la vita all’aria aperta, l’esposizione al sole, e tutti quei piaceri sensibili sia conviviali che solitari. Dietro questi costumi, apparentemente profani, si cela pertanto un significato superiore, che ci pone in diretta connessione – ancorché non cosciente – con l’Intelligenza che regge e governa il cosmo.

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