Un punto di vista critico – II parte

Rudolf Steiner. Uno schizzo biografico1Articolo apparso sulla rivista “Religioni e sette del mondo”, pag. 59, Editrice Studio Domenicano, Bologna, aprile 1997.

di Helmut Zander

Traduzione di Daniela Sala dall’originale tedesco.

(continua da qui)

Berlino

Nel 1897 Steiner lascia l’ambiente di Weimar, ed entra a Berlino nella redazione della rivista Magazin für Litteratur. Qui si libera definitivamente delle sue idee di un tempo, si presenta tra l’altro come ateo e nel 1895 critica pesantemente i teosofi (“non sono che parole … le esperienze interiori non sono altro che finzioni” [GA 32,195]). Il pensiero di Steiner non è mai così critico come nell’ultimo quinquennio del 19° secolo.

A Berlino incontra un circolo intellettuale e il movimento politico degli anarchici. Ha contatti all’interno del gruppo letterario dei Kommenden con Käthe Kollowitz, Else Lasker-Schüler, Erich Müsham o Stefan Zweig; appartiene insieme a Otto Erich Hartleben, Otto Julius Bierbaum e Paul Scheerbarth al nucleo riunito attorno al “tavolo dei criminali”; discute con Maximilian Harden, editore del popolare periodico Die Zukunft; intrattiene contatti con un circolo poetico nei dintorni di Berlino, la Neuen Gemeinschaft (Nuova società). Quando nel 1899 sposa in prime nozze Anna Eunicke, la sua ex padrona di casa a Weimar, il suo testimone è John Henry Mackay, una figura cardine del movimento anarchico letterario. Ma la sua situazione diventa subito critica. Dal 1899, presumibilmente per motivi economici, è anche docente alla scuola professionale fondata da Karl Liebknecht, dove conosce Rosa Luxemburg. Poiché neanche il Magazin für Litteratur appare solido dal punto di vista finanziario, Steiner si trova a un punto molto critico della sua biografia.

Teosofia. Prassi

Mentre si trova in tale situazione Steiner viene invitato nel circolo teosofico del conte Brockdoff, dove intraprende una rapida carriera come teosofo. In questa cerchia conosce quella che diverrà la sua seconda moglie, Marie von Silvers, che pone argomenti decisivi per la sua conversione teosofica. Quando nel 1902 la sezione tedesca della Società teosofica Adyar viene fondata per la seconda volta – la prima fondazione era giunta a termine a causa della “truffa del Mahatma” di Helena Petrovna Blavatsky –, egli in qualità di nuova promessa, grazie alle sue capacita intellettuali, può eliminare i vecchi protagonisti della teosofia tedesca e diviene, non appena vi aderisce, il primo segretario della Società teosofica in Germania.

Per Steiner inizia un periodo di grande impegno con i contenuti teosofici, che conformano anche la successiva antroposofia dalle più profonde radici fino alle strutture organizzative. Steiner diventa membro della Scuola esoterica di Annie Besant, studia la dottrina segreta della Blavatsky, legge la relativa letteratura teosofica e diviene un perfetto e convinto teosofo, cosa che verso la fine della sua vita ha posto sempre più in discussione. Perciò cerca di fare il possibile per recepire tutti i temi della teosofia, ma presto appare chiaro che egli ha bisogno di una propria elaborazione personale; di entrambe le tendenze si parlerà in seguito.

Nel 1904 Annie Besant nomina Steiner arch-warden, guida locale della Scuola esoterica in Germania e Austria. Poco più tardi egli intraprende un’intensa attività di formazione dei membri, in un primo tempo attraverso lettere personali, poi con un “percorso di formazione”, che pubblica nel 1904-1905 nella rivista Lucifer-Gnosis (ora GA 10). In questo modo egli sviluppa con i membri rapporti straordinariamente stretti, che ne fanno la guida incontrastata dei teosofi tedeschi. In questi anni hanno origine le opere teosofiche principali, nelle quali Steiner rielabora la sua lettura della letteratura teosofica e documenta la sua dipendenza dalla Blavatsky e dal suo ambiente: l’antropologia nella Theosophie (Teosofia, 1904 [GA 9]), l’esposizione “chiaroveggente” Aus der Akasha-Cronik (Dalla cronaca dell’akasha, 1904-1905 [GA 11]) o la cosmologia nel Geheimwissenschaft in Umriss (La scienza occulta nelle sue linee generali, 1910 [GA 13]), che riprende il titolo dell’opera principale della Blavatsky, la Secret Doctrin (Dottrina segreta), e la riformula con pretese scientifiche. Dietro a tutto questo si nasconde il desiderio di raccogliere l’eredità della sapienza antica, se non addirittura della tradizione misterica.

Dal 1905 Steiner divenne massone. Probabilmente non voleva essere da meno della Blavatsky e della Besant, entrambe massoni, e inoltre credeva di riconoscere nella massoneria un antico sapere esoterico. Di conseguenza acquistò per 1500 marchi un rito della cosiddetta alta massoneria egiziana. Evidentemente Steiner non si era reso conto della stoffa del venditore, Theodor Reuss, che era un commerciante non proprio onesto con diploma di massone. Reuss non aveva nulla di più urgente da fare che rendere pubblica la nuova posizione di Steiner come “gran maestro generale del Grande consiglio generale superiore del rito egizio” (90, *) di Mizraim in Germania e della loggia affiliata della massoneria egizia in Germania” (GA 265, 93). Steiner venne quindi chiaramente sospettato di praticare le tecniche sessuali alle quali si sottoponeva anche Reuss, ma che erano in contrasto con la pruderie dei circoli teosofici e della distanza fisica da essi richiesta in modo pressoché analogo alla gnosi. Steiner prati le sue cerimonie massoniche fino al 1914: riti in cui veniva celebrata l’iniziazione al nucleo più interno della Società teosofica, e in cui erano presenti i rituali della morte e risurrezione simboliche. Tali culti erano straordinariamente dotati di effetti sensoriali: l’impressione doveva essere forte quando le fitte cortine di una stanza oscurata venivano aperte e appariva un rivestimento rosso, mentre Steiner sotto l’“alba (l’antica lunga veste sacerdotale) … in rosso veniva ricoperto da un rosso mantello” (GA 265, 135). Reuss al contrario venne colpito da una damnatio memoriae. Nella sua autobiografia, Steiner evita di nominarlo, nei passi in cui ognuno che conosca la scena, sa che si parla di Reuss (GA 28, 335-339).

Negli ultimi anni della prima guerra mondiale altre attività entrarono nell’ambito della teosofia. Nel 1911-1912 Steiner inventa l’“euritmia”, la sua variante della danza mimica, che allora veniva sentita come alternativa al balletto classico. I movimenti euritmici dovevano servire alla materializzazione di quelli spirituali, dovevano essere “espressione artistica visibile dello spirituale” (GA 277a, 113). Dal 1907 Steiner fa mettere in scena dei drammi simbolistici dell’alsaziano Edouard Schuré, che dal 1910 in poi sostituisce con propri “drammi misterici”. Dopo il Pforte der Einweihung (La porta dell’iniziazione) seguono altri tre drammi, che rappresentano i processi della reincarnazione e vengono rappresentati nei teatri di Monaco. Nel contesto di questi pezzi teatrali va letta anche la costruzione del Goetheanum a Dornach; progettato in un primo tempo a Monaco, non si era però potuto erigere la a causa di resistenze ecclesiali e civili. Nel 1913 perciò nella svizzera Dornach, nei pressi di Basilea, vengono poste le fondamenta dello Johannesbau, realizzato in Jugendstil. Questa costruzione lignea fu distrutta dal fuoco nel 1922 – tuttora non si sa se a causa di un corto circuito o per un incendio doloso. Qui dovettero tra gli altri essere rappresentati i pezzi teatrali sui misteri, la partecipazione ai quali fu però interrotta dalla prima guerra mondiale. Per la costruzione del successivo Goetheanum, questa volta eretto in cemento, Stemer fu in grado di consegnare ormai solo modelli e schizzi. Per questo e per gli edifici simili della seconda generazione vige il dogma del rifiuto dell’angolo retto, che fino a oggi contraddistingue gli edifici antroposofici.

La vita nelle 58 sezioni della Società antroposofica, presenti in Germania alla fine del 1912, va immaginata come un’impresa di formazione borghese. I suoi centri risiedevano in tre grandi città: Berlino Monaco e Stoccarda. Era presente per lo più una piccola biblioteca di sezione, la letteratura teosofica e in qualche caso la dotazione doveva estendersi anche ad altri settori del movimento riformatore, come ai vegetariani o agli anti-vivisezionisti. Il momento centrale della vita dell’associazione era rappresentato dai “cicli” di Steiner, ci cicli di conferenze in cui per più sere, spesso per due settimane, Steiner stesso trattava un tema. Nel corso del tempo le conferenze presero a essere stenografate; a esse risale la parte di gran lunga maggiore dei 36o volumi dell’attuale edizione integrale (Gesamtausgabe, GA) di Steiner in cui sono raccolte la maggior parte delle circa 6000 conferenze. Steiner ha rielaborato questi stenogrammi solo in casi eccezionali in vista della stampa, cosicché molti, in particolare antichi appunti, presentano notevoli problemi quanto al testo originale. Steiner distinse con precisione tra conferenze pubbliche e riservate, perciò la maggior parte dei testi era già disponibile in quell’epoca stessa in forma di copie ciclostilate. La loro lettura rappresentava il più stretto canone letterario nelle “sezioni” o “logge” teosofiche, e fino al 1914 vi si ispirarono i riti massonici cultuali per la cerchia più interna.

Nei suoi viaggi Steiner si recò spesso all’estero, anche in Italia. Nella maggior parte dei casi assolveva un programma di visite storico-culturali, poiché al segretario di una Società locale non era consentito tenere manifestazioni pubbliche in una sezione vicina. Perciò, dei suoi otto soggiorni italiani documentabili tra il 1907 e il 1912 solo due si possono collegare direttamente ad attività teosofiche: nel 1909 soggiornò a Roma su invito della principessa Elika d’Antuni, dove in marzo tenne delle conferenze introduttive riservate, e nell’aprile del 1910 e a Roma e Palermo per tenere conferenze ai membri della Società.2Le conferenze del 1909 evidentemente per gran parte non sono state consegnate e in parte si trovano in GA 109, quelle del 1910 sono in GA 118. Dopo la separazione dalla Società teosofica egli, a quanto si sa, non mise più piede in Italia; le logge italiane rimasero legate alla Società madre.

Quanto a struttura sociale i teosofi tedeschi erano di buona educazione borghese, in maggioranza donne e in proporzione molti nobili. Dal punto di vista confessionale i membri erano per la maggior parte, probabilmente oltre il 90%, protestanti. In Germania la teosofia era una risposta alle attese e alle carenze della religiosità protestante. La loro cultura veniva nutrita da un profluvio di pubblicazioni, le loro attese intellettuali da conferenze. E a riguardo del “sacro ufficiò della predica”, che il rito della cena conosceva ormai di rado e per lo più come “appendice”, risponde la liturgia del culto massone, che per molti protestanti offriva ciò che in una funzione non trovavano più. Diviene chiaro in base a queste considerazioni perché i cattolici non mostrassero molto interesse per la teosofia; ancora oggi rappresenta uno dei maggiori motivi di conflitto nella Società antroposofica l’opera di Valentin Tomberg, un protestante estone, che da presidente degli antroposofi estoni si convertì nel 1943 all’ortodossia e nel 1945 infine al cattolicesimo.

(continua)

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