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Tre aspetti della biografia esoterica di Rudolf Steiner prima del 1900
La capacità di Rudolf Steiner di accettare il compito di essere l’Ambasciatore di San Michele si è sviluppata gradualmente, a partire da alcune esperienze della sua infanzia e durante i suoi anni di maturazione. In questa evoluzione spiccano tre esperienze significative. Un primo segnale o indicatore della biografia esoterica si riferisce alla sua infanzia. Esso è confermata dalla sua autobiografia7. Dai due agli otto anni il giovane Rudolf visse nella piccola città di Pottschach, a sud di Vienna. Lì visse a contatto con la natura. Spesso si divertiva a fare passeggiate tra prati e boschi. In lontananza ammirava l’imponente vista della maestose montagne. Ma Rudolf vedeva più di quello che l’occhio percepisce. Di questo periodo egli scrive: “Distinguevo le cose e gli esseri che sono visibili da quelli sono invisibili“. Chiaramente, possedeva una sorta di chiaroveggenza spontanea. Si può trovare un condensato di questa facoltà nella fiaba raccontata da Felicia Balde nel secondo Dramma-Mistero rosacruciano di Rudolf Steiner “La porta dell’anima”. Qui Felicia racconta poeticamente di un ragazzo fragile, che vive vicino ai boschi e ai campi, e la cui descrizione corrisponde esattamente a ciò che sappiamo dell’infanzia di Rudolf Steiner a Pottschach. Di questa fiaba:
La trama spirituale del suo piccolo mondo
Lo afferrò così pienamente
Che non era meno strano per lui
Di quanto lo fossero il suo corpo e le sue membra.
Gli alberi e fiori del bosco
Erano tutti i suoi amici.
Gli parlavano, dalla corona e dal calice
E dalle cime degli alti alberi, esseri spirituali,
Ed egli poteva comprendere ciò che gli sussurravano.Queste cose meravigliose di mondi sconosciuti
Si disvelavano al ragazzo
Ogni qual volta la sua anima conversava
Con quello che la maggior parte considera della gente senza vita.
Abbiamo qui il seme di quella che divenne la consapevolezza di Rudolf Steiner della spiritualità che vive dietro il mondo dei sensi percepibile. Ben presto si rese presto conto che le altre persone non avevano alcuna comprensione per le sue percezioni spirituali, per questo decise di non parlarne. Nella sua autobiografia, riferendosi a quel periodo, egli scrive: “Che il mondo spirituale fosse una realtà ne ero sicuro quanto della realtà della fisica”. Sarebbe diventato una parte significativa della sua missione portare all’attenzione delle persone questo mondo di elementi spirituali della natura.
Un secondo aspetto della biografia esoterica di Rudolf Steiner riguarda un evento che è accaduto quando egli aveva circa sei anni, che indica una chiaroveggenza a livello dell’anima umana. Un giorno si trovava seduto da solo nella sala d’attesa della piccola stazione ferroviaria di Pottschach, dove suo padre era impiegato. Era una stanza alquanto spoglia, con solo qualche panca e una stufa panciuta per riscaldare l’ambiente. Il piccolo Rudolf vide entrare una donna sconosciuta, ma notò che il suo aspetto assomigliava in qualche modo a quello di sua madre. La donna si avvicinò al piccolo Rudolf con fare strano e gli parlò, implorandolo di aiutarlo ora in futuro. Dopo aver così parlato e gesticolato, si diresse verso la stufa e il ragazzo la vide svanire in essa. Fu una visione che lo lasciò perplesso. Il giorno dopo a casa notò uno strano silenzio. Dopo un po’ apprese la notizia che una lontana parente si era suicidata il giorno prima. Gli era chiaro che l’anima di questo parente era venuta da lui in cerca di aiuto. Questa è stata la prima esperienza di Rudolf Steiner con l’anima di un defunto. L’esperienza per il ragazzo fu importante, ma è anche importante rendersi conto che questa anima in cerca di aiuto andò dal giovane Rudolf Steiner, sapendo a quanto pare che egli era un essere umano in grado di aiutarla ora e in futuro.
Abbiamo qui il seme della consapevolezza di Rudolf Steiner per il mondo delle anime dei defunti. Questo seme si trasformò non solo nella consapevolezza di ciò che si deve sviluppare nella vita tra la morte e una nuova nascita; esso ha mostrò la necessità delle anime dei defunti di ricevere aiuto dai viventi. Nella sua autobiografia, riferendosi al periodo in cui aveva circa diciotto anni, troviamo la frase: “Quando qualcuno moriva, io lo seguivo nel mondo spirituale. …Nessuno era interessato a saperlo”. Diventò parte significativa della sua missione attirare l’attenzione delle persone sulla possibilità di comunicare con i cosiddetti “morti”.
Una terza aspetto della biografia esoterica di Rudolf Steiner concerne un evento più significativo che è accaduto nel 1879, quando aveva 18 anni e nove mesi. Si era diplomato con voti alti ed è stato accettato come studente presso l’Università Tecnica di Vienna. Per agevolare i sui studi, la famiglia si trasferì a Inzersdorf, un sobborgo di Vienna, dove Steiner padre divenne capostazione delle ferrovie austriache. Da lì ogni giorno Rudolf faceva il pendolare in treno a Vienna per i suoi studi presso l’Università.
Nello stesso treno, settimanalmente, viaggiava uno strano uomo. Era un raccoglitore di erbe ufficiale che andava a Vienna a vendere alle farmacie le erbe officinali che aveva raccolto8. Quest’uomo aveva intuizioni profonde riguardo la spiritualità nella natura, legate al sole e alla luna. Per Rudolf Steiner fu una benedizione del destino poter condividere con quest’uomo alcune delle sue esperienze. Nel suo dramma-mistero Rudolf Steiner tratteggia quest’uomo nel ruolo di Felix Balde9. Tuttavia, Rudolf Steiner aveva domande che andavano ben al di là della portata di Felix, così Felix lo mise in contatto con un altro uomo di Vienna, la cui identità non è mai stata rivelata10. Rudolf Steiner si riferisce a lui come al “Maestro” e afferma che gli insegnò ciò che bisogna sapere per comprendere efficacemente il mondo spirituale, in questa epoca materialistica. Per conquistare il “drago” del materialismo si deve entrare nella sua pelle. Mi pare che Rudolf Steiner possa essere stato in compagnia di quest’uomo per un lungo weekend. Quando si separarono il Maestro gli disse: “To ora sai Chi sei! Agisci di conseguenza, e rimani sempre fedele a te stesso”. Quante persone possono dichiarare di sapere chi sono veramente? Dovremmo riconoscere questo come una iniziazione. È una risposta alla chiamata di tutte le antiche Scuole dei Misteri, che è incisa nella pietra sopra l’ingresso del tempio greco di Delfi:
ΓΝΩΘΙ ΣΑΥΤΟΝ
tradotto:
CONOSCI TE STESSO
Nella sfida: 0 uomo, conosci te stesso! la risposta è stata qui conquistata. Ora tu sai chi sei. Questo è accaduto nel mese di novembre del 1879! Proprio all’inizio dell’era di Michele, in autunno, la stagione di Michele, quando San Michele diventò il supremo Arcangelo Guida (lo Spirito del Tempo) per tutta l’umanità. Questa iniziazione collegò Rudolf Steiner ancora più intimamente con San Michele. Da quel momento si può dire che Rudolf Steiner è l’ambasciatore di Michele, il Grande Iniziato Guida della nostra era di Michele. Questo è stato un evento di importanza storica mondiale completamente che ha avuto luogo in modo del tutto inosservato da parte del mondo esteriore.
Tuttavia, Rudolf Steiner non si manifestò subito come insegnante esoterico. Per 21 anni rimase in silenzio. Perché avvenne così? Per due motivi significativi. In primo luogo, perché vi è una legge spirituale che afferma che un iniziato non deve manifestarsi e insegnare prima dei quarant’anni. Con pochissime eccezioni, gli insegnamenti esoterici dati da persone che non hanno raggiunto i quarant’anni, e la relativa maturità, sono strani e inaffidabili. In secondo luogo, Rudolf Steiner impiegò i 21 anni trascorsi dalla sua iniziazione del 1879 al suo quarantesimo compleanno nel 1901, per prepararsi al suo compito, assorbendo tutto ciò che viveva nella cultura attorno a lui, entrando “nella pelle del drago”. Attraverso i suoi studi presso l’Università Tecnica è diventato esperto in matematica, scienze naturali, filosofia, storia, letteratura, molte lingue, l’architettura, e altro ancora. Attraverso la vita culturale di Vienna è diventato di casa in tutte le arti e mestieri, ma anche in politica e nelle questioni sociali. Attraverso le sue attività di tutorato imparò molto di psicologia e di pedagogia. In seguito, attraverso il suo lavoro presso l’archivio Goethe a Weimar, con la pubblicazione delle opere scientifiche di Goethe, egli venne in contatto con molti dei massimi studiosi dell’epoca e con una grande varietà di ambienti e di individualità culturali d’avanguardia. All’età di trent’anni egli ottenne un dottorato in Filosofia. Si farebbe molta fatica a trovare un altro iniziato con così tanti titoli accademici. Dopo aver terminato il suo incarico a Weimar (che ha portato alla pubblicazione di diversi volumi originali degli scritti scientifici di Goethe, con ampi commenti di Rudolf Steiner), visse per molti anni a Berlino, guadagnandosi da vivere come scrittore per diverse riviste, come co-proprietario di tali riviste, come insegnante in una scuola per operai, e così via – uno spettro di esperienze notevolmente ampio che lo rese inattaccabile dal drago, come apprendiamo dalla fiaba di Felicia Balde, con un fantasioso linguaggio poetico. Quando il ragazzo della fiaba conquistò la virilità e viveva in una grande città, fece un sogno:
Un drago selvaggio girava
In tondo attorno a lui –
E tuttavia non poteva avvicinarlo.
Era protetto dal drago
Dagli Esseri che aveva visto accanto alla sorgente nella roccia
E con lui ha lasciato la sua casa
Per questo luogo remoto, lontano.
Questo accade ventuno anni dopo aver lasciato casa, così racconta Felicia nella fiaba. Così Rudolf Steiner dovette aspettare questa tempo, che ha anche coinciso, peraltro, con l’ultima parte dell’Era Oscura (Kali Yuga) che si è concluso nel 1899. In quegli anni egli incontra molte persone provenienti da tutti i ceti sociali, una piccola parte di queste potremmo definirla “stravaganti” con idee che essi consideravano necessarie per ottenere la civiltà, che avevano cristallizzato in forme alquanto rigorose, fuori da questo stile di vita ingessato, in un nuovo tipo di spiritualità: per lo più poeti, pittori, artisti. Attraverso tutte queste esperienze, che erano spesso difficili da sopportare, gli fu possibile dare alle sue intuizioni spirituali una forma coerente con l’atteggiamento scientifico del nostro tempo.
La nascita della Scienza dello Spirito, Anthroposophia
Raggiunta l’età di quarant’anni, Rudolf Steiner fece alcuni tentativi per risvegliare la spiritualità Michaelita tra le cerchie degli amici, ma si scontrò con gravi lacune di comprensione e, a volte, anche con ostilità molto forti e feroci. Perché non si è fermato? Cosa lo ha spinto a sviluppare l’antroposofia? Questo fu un grande sacrificio che era la sua risposta ad una esperienza esoterica, della quale abbiamo notizia attraverso una lettera che egli scrisse alla sua più stretta collaboratrice, Marie von Sivers, divenuta più tardi sua moglie11. Questa lettera è stata scritta quando egli aveva quasi 44 anni, ed è conservato negli archivi di Dornach. In essa scrive lamentandosi di come fosse difficile trovare comprensione per quello che stava offrendo, egli avrebbe potuto andare avanti come scrittore, come critico letterario, come autore filosofico, e così via, quello che aveva fatto finora. Ma per giorni e giorni era stato visitato ogni notte dai “Maestri”, gli Iniziati. Di certo non è stato visitato da essi in carne e ossa; li incontrava spiritualmente. Essi lo hanno esortato, dicendogli: hai queste capacità ora; tu hai quello che serve per entrare nella pelle del drago. Noi non possiamo farlo, e ciò deve essere fatto. Si tratta di un compito che è necessario per l’ulteriore evoluzione dell’umanità. Di certo esitò. Ma poi, attraverso le loro esortazioni, ha deciso di accettare questo incarico, che ora possiamo dire è stato quello di mettere a disposizione dell’umanità questo nuovo modo di connettersi con il mondo spirituale, di parlare in questa epoca materialistica del mondo spirituale in un modo che è pienamente compatibile con la coscienza moderna, completamente sveglia; ossia, secondo la via Michaelita, di portare l’antroposofia nel mondo. Questo era un compito che i due principali Iniziati del mondo occidentale già menzionati in precedenza, non potevano portare avanti, perché non potevano essi stessi entrare nella pelle del drago. Accettando questo incarico [Steiner] era ben consapevole di quanta poca comprensione avrebbe incontrato. E, naturalmente, era anche consapevole che non poteva svolgere questo compito da solo. Aveva bisogno l’aiuto dei due Grandi Iniziati, così come dell’aiuto di molte persone, ma questo aiuto sarebbe spesso stato troppo poco e troppo tardi.
Dobbiamo renderci conto che non è affatto evidente che all’età di quarant’anni ha iniziato a parlare di questioni esoteriche. È stato un grande sacrificio per il quale dobbiamo essere profondamente grati. È stata una urgenza di Michele che accettò. E poi, naturalmente, è diventato una parte di sé. È così che è nata l’antroposofia.
Non mi dilungo sulla sua produzione incredibile degli anni che seguirono. Presumo che si abbia familiarità con i suoi libri di base, alcuni dei quali sono stati tradotti in venti lingue, con il suo meraviglioso dono di oltre seimila conferenze che toccano praticamente tutti gli aspetti della vita umana, con nuove intuizioni, con la sua creatività artistica nella poesia , nel teatro, nell’architettura, nella scultura, nella pittura, nel disegno dei gioielli, e in particolare con la creazione della nuova arte, l’Euritmia, con le sue profonde intuizioni nelle questioni sociali e religiose, e, soprattutto, le linee guida per lo sviluppo interiore verso una coscienza della mondo spirituale in un modo veramente Micaelita, con nuove modalità in medicina, in farmacologia, in agricoltura, e in particolare nel campo dell’istruzione, e altro ancora. Tutto questo è impressionante, ma si può chiedere – e ci si dovrebbe chiedere – perché ha ritenuto necessario nel 1923 rifondare la Società Antroposofica, che era stata già fondata nel 1913? Perché?
Ci saranno state diverse ragioni, ma credo che ci fosse un denominatore comune a tutte quelle ragioni: la Società fondata nel 1913 era incapace di farsi rappresentante degli impulsi di San Michele, una visione che comprendeva tutta l’umanità, non come massa uniforme, ma come un differenziato organismo vivente. La vecchia società ha dimostrato la sua mancanza di comprensione con la proliferazione di gruppi di interesse, in cui alcuni individui hanno usato la società come un trampolino di lancio per i propri capricci. Questo fu, naturalmente, un reale pericolo per una società libera come la Società Antroposofica. Le persone entrano e si radunano a intorno qualche persona e ne diventano seguaci, portando avanti i propri interessi. Questo aveva assunto proporzioni tali che questa prima Società Antroposofica era irreparabile. Doveva essere rifondata in un modo completamente nuovo. La Società antroposofica di recente formazione a Natale 1923 ha un’impronta fortemente Micaelita. A questo proposito vorrei richiamare la vostra attenzione su tre eccezionali caratteristiche esoteriche del patrimonio di Rudolf Steiner.
(continua)
Note
7. Rudolf Steiner, The Course of My Life, trad. Olin D. Wannamaker (New York: Anthroposophic Press, 1951), p. 12. In italiano La mia vita (GA 28, Editrice Antroposifca, Milano 2012).
8. A quei tempi, raccogliere e vendere erbe medicinali richiedeva una licenza ottenibile mediante il superamento di un esame di stato.
9. Dobbiamo la conoscenza dell’identità di Felix alle ricerche del Rev. Emil Bock, pubblicate in tedesco in Rudolf Steiner, Studien zu seinem Lebensgaitg und Lebenswerk (Stuttgart: Verlag Freies Geistesleben, 1961). Si chiamava Felix Koguzki (nato a Vienna il 1° Agosto 1833 e morto a Trumau nel 1909). Rudolf Steiner lo commemora nel 1910 nel suo prima Dramma-Mistero con il personaggio di Felix Balde.
10. Quando Rudolf Steiner fece visita Edouard Schuré nel villaggio alsaziano di Barr, ha scritto (su richiesta dello Schuré) uno schizzo autobiografico conosciuto come il “Documento di Barr”. Solo attraverso questo documento sappiamo dell’incontro di Rudolf Steiner con il “Maestro”. Il documento è disponibile (in tedesco) in GA 262 (pp. 15-32).
11. Rudolf Steiner/Marie Steiner-von Sivers: Briefwechsel und Dokumente 1901-1925 (GA 262), lettera del 9 gennaio 1905, (pp. 85-87).