Rudolf Steiner invitava ad astenersi quanto più possibile dal criticare, in quanto ciò toglie forze allo sviluppo interiore, così come consigliava di evitare di rispondere, finché possibile, alle critiche che ci vengono rivolte.
È con questo spirito, quindi, che mi accingo a pubblicare un lungo saggio di Helmut Zander, storico delle religioni e teologo cattolico di nazionalità tedesca, nel quale vengono mosse notevoli critiche tanto a Rudolf Steiner quanto alla sua opera, l’Antroposofia, esclusivamente sul piano intellettuale e formale, da chi, pur essendosi documentato adeguatamente (basta vedere il numero di opere citate), non ha compreso minimamente il senso storico e spirituale della missione del Maestro dei Tempi nuovi. Ed è proprio per non incorrere nella critica dell’autore, né tanto meno nell’agiografia ingenua del Maestro (così stigmatizzata dall’autore del saggio), che lascio le conclusioni ai lettori che avranno la pazienza e la bontà di arrivare fino in fondo.
Aggiungo solo che ho dovuto rimaneggiare la traduzione (in assenza oltretutto dell’originale in tedesco) nei punti in cui la traduttrice denota purtroppo la totale ignoranza della terminologia scientifico-spirituale, commettendo così errori che contribuiscono a rendere più “antipatico” il testo.
Antroposofia
Sezione dedicata a personaggi, documenti e articoli inerenti la Scienza dello Spirito di Rudolf Steiner, o Antroposofia
Un punto di vista critico
Leggere le immagini dell’Apocalisse – II parte – IV conferenza
QUARTA CONFERENZA
Kristiania, 13 maggio 1909
Nelle lettere alle sette chiese dell’Apocalisse, troviamo un ritratto delle grandi epoche principali delle sette ere post-atlantiche, dal grande diluvio atlantico fino all’evento chiamato “la guerra di tutti contro tutti”.
Considereremo ora alcuni passaggi importanti delle lettere in modo da mostrare l’ampiezza della visione di Giovanni. Egli proveniva da un’epoca culturale in cui molto era ancora dato per scontato, tanto che, oggi, ciò potrebbe apparire forzato alla coscienza ordinaria.
La forza direttrice che stava dietro a queste epoche di cultura è rappresentata dalle sette stelle nella sua mano. Se osserviamo l’epoca culturale che considerava il mondo esteriore come maya o illusione, vi troviamo il coro dei sette santi Rishi, che guarda al Vishva Karman. Lo scrittore dell’Apocalisse lo ritrae come l’essere che tiene la saggezza delle sette stelle nella sua mano. Lo scrittore dell’Apocalisse deve soprattutto guardare dentro al futuro. Siccome si sta rivolgendo ai discendenti delle epoche culturali atlantiche, fa appello a ciò che vive nei loro ricordi. Perciò chiama Nicolaiti i rappresentanti della magia nera, quelli che sono esclusi dalla comunità che ha preservato il “primo amore”. Di conseguenza, dice che coloro che hanno sempre evitato di rimanere intrappolati nella materia saranno quelli che in futuro potranno evolversi. Coloro che ascoltano questo monito troveranno facilmente la loro strada nel mondo spirituale.